Politica

Per Di Battista è finalmente giunto il tempo di “Schierarsi”

di Claudio Capotosti -

ALESSANDRO DI BATTISTA ATTIVISTA POLITICO


 

È tempo di “Schierarsi”. Così Alessandro Di Battista ha presentato, in un lungo video pubblicato online, la sua nuova associazione culturale. Un filmato, o meglio una sorta di podcast con l’intervento dei soci fondatori della nuova creatura associativa, accompagnato da un pugno di righe eloquenti: “L’obiettivo è semplice. Stare insieme ed occuparci, da cittadini attivi, del nostro Paese e di tutte le questioni che decideremo di affrontare.
Poi abbiamo un altro obiettivo: prendere posizione. Posizioni nette. Chiare. Per nulla moderate. Schierarci dalla parte dei più deboli, dei popoli dimenticati, combattere, per ottenere diritti e giustizia.
Lo faremo attraverso attività culturali ed una corretta informazione”. Come sempre, quando c’è di mezzo l’ex dioscuro del Movimento 5 Stelle, c’è molta attesa sul progetto. Sul sito ufficiale di Schierarsi viene ribadita la natura di associazione culturale che si pone “l’obiettivo di coinvolgere gruppi di cittadini nella costruzione di proposte e progetti per la collettività”. Si sente, fortissima, l’eco del primo M5s: “Il nome dell’associazione non è stato scelto a caso: viviamo in un periodo storico di grande conformismo ed è giunto il momento di assumere posizioni chiare su temi nazionali e globali. Parole come sostenibilità, pace, autodeterminazione dei popoli e lotta alla criminalità organizzata rappresentano il cuore delle azioni in cui è impegnata l’Associazione Schierarsi”. Scorrere i punti programmatici è una specie di operazione nostalgia dei Meet up che furono. Si va dalla lotta contro l’attuale sistema bancario fino allo stop definitivo al Mes, si torna a parlare di acqua pubblica, spunta la proposta di servizio civile ambientale e il progetto di un car sharing nazionale.
E poi, salario minimo, stop alle armi all’Ucraina, sostegno “alla causa palestinese”, un pizzico di sovranismo nella richiesta di un “rafforzamento dell’autonomia italiana ed europea rispetto agli Usa”. Se son rose, fioriranno.
Di sicuro c’è che l’associazione ha già fatto incetta di soci: sarebbero stati un migliaio nelle primissime ore dall’apertura del tesseramento. Guardano a Di Battista, con estremo interesse, proprio gli ex compagni del M5s. Che, adesso, rischiano di trovarsi in mano un’occasione imperdibile.
Già, Elly Schlein ha iniziato a menar fendenti contro Vincenzo De Luca. E se l’offensiva della neo segretaria avrà successo, nulla impedirebbe ai pentastellati di sancire l’alleanza definitiva col Pd suggellandola proprio con la blindatura di una candidatura M5s alla Regione Campania. Ci sono più possibilità che il Napoli di Spalletti perda lo scudetto piuttosto che De Luca corra per un terzo mandato. I nomi circolano già e sono importanti.
Si tratta di Roberto Fico, l’ex presidente della Camera che già in tempi non sospetti si candidò a Palazzo Santa Lucia prendendo poco ma ponendo le basi del futuro successo del Movimento.
E poi c’è l’ex ministro all’ambiente Sergio Costa che, un pugno di anni fa, era stato in predicato di una candidatura unitaria del centrosinistra. Ma tre anni fa, nel 2020, non si andò oltre i pour parler e le articolesse sui giornali: il Pd non seppe rinunciare a De Luca, uomo divisivo nelle alleanze ma vincente alle urne.
Ora il vento è cambiato: per la prima volta, l’ex sindaco di Salerno non ha indovinato chi avrebbe vinto la corsa alla segreteria del suo stesso partito. E in Campania, a sostenere la mozione Schlein, c’era il senatore Sandro Ruotolo, grande amico dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris. E, per proprietà transitiva, nemico giurato dello Sceriffo.

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