Patteggiamento per Giovanni Toti: 1.620 ore di lavori socialmente utili
Si conclude la vicenda giudiziaria di Giovanni Toti: ieri il giudice per le indagini preliminari Matteo Buffoni ha ratificato il patteggiamento per l’ex governatore della Liguria, accusato di corruzione nell’inchiesta sui finanziamenti, regolarmente messi a bilancio, che ha portato l’allora presidente alle dimissioni dopo tre mesi di arresti domiciliari. Per mettere fine all’assalto delle toghe, Toti ha deciso di patteggiare una pena a due anni e tre mesi, convertita in 1.620 ore di lavori socialmente utili, che inizieranno “verosimilmente i primi di gennaio”, ha spiegato l’avvocato dell’ex governatore, Stefano Savi. La pena di Toti verrà scontata presso la Lega italiana per la lotta ai tumori di Genova, dove l’ex presidente, che è tornato a fare il giornalista, si occuperà della comunicazione e risponderà al telefono per gestire le prenotazioni dei pazienti. Il legale ha fatto sapere che il suo assistito potrà svolgere anche più delle 15 ore settimanali prescritte, avendo ricevuto una deroga, e non solo nel capoluogo ligure, ma su tutto il territorio italiano. Inoltre ha tenuto a precisare che il patteggiamento non è un’ammissione di colpa, ma “un’applicazione di pena che prescinde sia da un accertamento della responsabilità che da una ammissione della responsabilità”. Non a caso l’ex governatore della Liguria si è sempre proclamato innocente e del tutto estraneo all’impianto accusatorio costruito dalla Procura di Genova, che contestava a Toti l’accusa di corruzione per l’esercizio della propria funzione e finanziamento illecito ai partiti. Gli stessi pm, il cui castello di prove era fondato principalmente su chiacchiere intercettate in barca, non erano sicuri di riuscire a dimostrare quei reati al processo. “La pena ha riguardato l’articolo 318, che è corruzione per asservimento della funzione. Inizialmente era contestato il 319, e cioè la corruzione per atti contrari a dovere d’ufficio. Abbiamo deciso così in prospettiva di un esito dibattimentale”, hanno spiegato, propendendo per il patteggiamento. Al centro della vicenda le erogazioni liberali, regolarmente inserite nel bilancio, che il Comitato dell’ex presidente ha ricevuto dall’imprenditore Aldo Spinelli, il quale ha patteggiato la pena di tre anni e tre mesi. Sebbene quei finanziamenti fossero stati rendiconti, per l’accusa sarebbero un do ut des per l’interessamento di Toti agli affari di Spinelli. Tra gli addebiti, l’allora governatore avrebbe chiesto all’ex presidente dell’autorità del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, di adoperarsi per il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse al gruppo Spinelli. Anche Signorini, che era finito in carcere, ha scelto di patteggiare la pena di tre anni, cinque mesi e 28 giorni.
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