Politica

Il pasticcio delle vicepresidenze, fuori i Patrioti. Borchia (Lega): “Abominio, Ppe favorisce l’estrema sinistra”

di Giovanni Vasso -


Niente vicepresidenze ai Patrioti. Più che un cordone sanitario, sembra che l’Europarlamento abbia stretto attorno al gruppo che si candida a recitare il ruolo di opposizione durissima all’eventuale bis di Ursula, in una sorta di vero e proprio lockdown politico. Almeno nelle parole di Paolo Borchia, capodelegazione Lega all’Europarlamento, che ha usato, in una nota, frasi durissime ed immagini forti per deplorare la scelta, da parte delle forze a sostegno della nuova maggioranza Ursula (ammesso e non concesso che questa colga il bis alla Commissione) e in particolare mette nel mirino il Ppe, accusandolo di aver favorito l’estrema sinistra piuttosto che dare ascolto agli stessi Patrioti. Borchia tuona: “In Italia l’appropriazione indebita è reato. Serve spiegarlo ai componenti di questa variopinta maggioranza. Oggi abbiamo assistito all’ennesimo spettacolo indegno da parte di istituzioni che si dimostrano democratiche solo sulla carta. Ancora una volta, nonostante le tante belle parole, la maggioranza nega al gruppo dei Patrioti, il terzo più grande di tutto il Parlamento europeo, gli incarichi di vice presidenti dell’eurocamera, che gli spettavano di diritto”.

Borchia poi si lancia in un confronto tra i candidati messi sul tavolo dai Patrioti e quelli che hanno effettivamente raggiunto l’elezione a vice-Metsola. “Inaudito – spiega il capodelegazione leghista – che profili di primo piano come  Fabrice Leggeri, già direttore di Frontex, Klara Dostalova, già ministro in Repubblica Ceca, non siano stati ritenuti degni di essere vicepresidenti del Parlamento europeo. E spiace che in tutto questo il Ppe abbia agevolato l’elezione di vice presidenti di estrema sinistra, rispetto a profili identitari”.

Per l’esponente della Lega, quello andato in scena ieri a Strasburgo, è stato “un abominio istituzionale che non ha eguali in nessun parlamento d’Europa”. L’accusa è conseguenziale: “Inutile parlare tanto di democrazia e unità nella diversità quando poi si sputa in faccia a milioni di elettori e a regole e prassi su cui questo parlamento si fonda da quasi mezzo secolo. E per spartirsi qualche poltrona in più, è squallore. Poi chiediamoci come mai la gente non vota, anche se l’obiettivo di popolari e sinistre è probabilmente quello”. I Patrioti di Orban, dunque, già fuori dalle consultazioni rimangono fuori anche dagli organi di governo dell’aula parlamentare europea restando senza vicepresidenze. Lo scontro è già più rovente di questa già caldissima estate europea.


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