Ambiente

Patrimonio forestale in tilt: poco verde, import alle stelle

di Angelo Vitale -


In Italia il patrimonio forestale e boschivo è cresciuto negli ultimi decenni coprendo il 36,7% del territorio nazionale e oltre 11 milioni di ettari di superficie, ma non decolla il verde urbano: nel 2022 su 105 capoluoghi la media è di appena 24 alberi/100 abitanti.

Numeri insufficienti – nel report Foreste di Legambiente – per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia dell’Ue sulla biodiversità di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030 e dell’obiettivo 11 dell’Agenda Onu di città più sostenibili e inclusive.

L’Italia – rileva il rapporto – è in ritardo anche sulla pianificazione e la gestione sostenibile delle foreste, la valorizzazione delle filiere e delle produzioni made in Italy, la prevenzione degli incendi boschivi.

In particolare, la filiera foresta-legno italiana presenta un deficit nell’integrazione e nel coordinamento fra i diversi segmenti che la compongono, e l’anello debole della filiera è rappresentato dai settori delle utilizzazioni e della prima trasformazione oltreché dalla dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di materia prima: importiamo, secondo Federlegno, l’80% del nostro fabbisogno di prodotti legnosi senza che vi sia una vera valorizzazione del made in Italy.

Ma c’è di più. Il legname consumato (tondo e semilavorato) proviene per oltre il 65% dall’estero e principalmente da Austria, Francia, Svizzera e Germania. Il legname industriale italiano viene principalmente prelevato (66% del totale) da tre regioni, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Calabria, ed è costituito in parte da legname grezzo per trancia, sega, sfogliatura (compensati) e travature.

Un cortocircuito, nella gestione del patrimonio forestale. La filiera produttiva italiana legata alla risorsa legno – connessa sia con le foreste di origine naturale che con le produzioni legnose fuori foresta -, infatti, rappresenta un’importante realtà produttiva e occupazionale per il Paese e presenta ampie possibilità di crescita e sviluppo. Sebbene la maggior parte delle imprese che operano nel territorio nazionale
risultino di piccole dimensioni, esse costituiscono in molti casi l’ultima realtà di presidio socioeconomico per i territori interni.

Eppure la filiera legno-arredo è composta da 71.534 imprese e occupa 307.552 addetti con un saldo commerciale attivo di 7,6 miliardi di euro e rimane uno dei settori più importanti dell’intera manifattura italiana, nonostante la contrazione del -9,1% nel 2020 del settore rispetto al 2019 e per un valore pari a 39,1 miliardi di euro.


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