Pasti contaminati dal Policlinico di Foggia alle scuole di Bari
Policlinico Riuniti
Il Policlinico ‘Riuniti’ di Foggia continua a far discutere a dopo poco più di un anno dall’avvio dell’inchiesta su alcuni appalti ritenuti dubbi dagli inquirenti tanto da indurli a procedere con le accuse di concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente ai danni di quattro persone. Anche la pista dell’elisoccorso è finita nel mirino delle attività investigative. Realizzata ma mai entrata in funzione, a fronte di una spesa di 5 milioni di euro per i lavori, l’infrastruttura è semplicemente inaccessibile e i pazienti trasportati in elicottero sono fatti atterrare altrove, per poi raggiungere l’ospedale in ambulanza. Potrebbe bastare così, ma purtroppo non è tutto e tra reparti interdetti e sale operatorie non funzionanti o mai aperte, si inserisce un nuovo scandalo, anche peggiore. Il caso non ha a che fare con la gestione del nosocomio, o almeno non solo, ma riguarda addirittura il cibo somministrato ai pazienti. A fare emergere il caso è stata la trasmissione ‘Fuori dal Coro’ di Mario Giordano le cui telecamere hanno ripreso un quadro raccapricciante. Vermi, larve e uova di mosche nelle pietanze servite ai degenti sono solo l’apice di un generalizzato contesto di incuria della struttura, dove sporcizia e trasandatezza sembrano farla da padrone. Eppure, il cibo arriva sigillato presso la struttura ospedaliera per essere servito ai pazienti, almeno da quando l’attività delle cucine ospedaliere è stata sospesa. Un appalto questo per la fornitura dei pasti che vale circa 163 milioni di euro più iva, insetti inclusi ovviamente. Dopo le lamentale di chi giustamente teme di uscire dall’ospedale in condizioni di salute peggiori di quando ci è entrato, il Policlinico foggiano ha accusato l’azienda fornitrice per l’accaduto, ma la ditta di ristorazione nega ogni responsabilità. Resta quindi da capire come, dove e quando i pasti vengono contaminati in un contesto che si presenta del tutto paradossale. Possibile che proprio un ospedale non riesca a garantire la sicurezza alimentare e sanitaria dei pazienti? Di certo è semplicemente inaccettabile che ai degenti, molti dei quali sono oltretutto soggetti a precauzioni particolari dovute alle patologie di cui soffrono, vengano somministrati vermi, mosche e insetti di vario genere come cibo. Ovviamente, oltre ai dirigenti ospedalieri, a finire sul banco degli imputati per l’opinione pubblica e per gli avversari politici è la gestione della sanità a livello regionale. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, denuncia infatti “una situazione che, purtroppo, è ben nota a chi vive sul nostro territorio e che è bene che sia emersa anche a livello nazionale. Ciò che si vive al Policlinico di Foggia è la più evidente dimostrazione delle fallimentari politiche sanitarie del centrosinistra che governa la Regione Puglia da 20 anni” e punta il dito anche contro il Pronto Soccorso.
Tornando però allo scandalo del cibo per così dire ‘contaminato’, quello dell’ospedale di Foggia non è l’unico caso che ha investito la puglia. Forse quanto si è verificato a Bari è, infatti, ancora più grave perché riguarda addirittura dei bambini. Dopo il recente episodio del ‘merluzzo nero’, mangiando una cotoletta di pollo, uno studente delle elementari si è ritrovato a masticare un filo metallico, simile a quelli delle spugnette abrasive. In un altro caso, un piatto di brodo servito ai bambini di una scuola dell’infanzia conteneva un pericoloso pezzo di plastica. Dopo questo duplice episodio i genitori, ovviamente, sono sul piede di guerra, ma anche in questo caso l’azienda fornitrice dei pasti ha prontamente negato ogni responsabilità.
Resta il fatto che in diverse circostanze e in contesti differenti, uno ospedaliero e uno scolastico, è stato servito cibo pericoloso acquistato con i soldi pubblici. Pietanze, oltretutto, in entrambi i casi destinate a una platea su cui si imporrebbe la massima attenzione.
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