Politica

Parità di genere, non basta fare solo polemica strumentale

di Lino Sasso -


Quella della parità di genere è una questione che non può e, soprattutto, non merita di essere affrontata solo a parole. Tanto meno può essere tirata in ballo in base alla convenienza politica del momento. Se poi si tratta di infrangere un tetto di cristallo come nel caso di donne che arrivano a ricoprire per la prima volta incarichi pubblici di prestigio non si può proprio tacere. Non ci si può esimere dall’esprimere soddisfazione per un traguardo che è dell’intera società, perché riguarda i diritti che sono di tutti. Tanto più laddove non si segue un principio sul quale molti hanno ancora dei dubbi come quello delle quote, rosa o di genere che dir si voglia, ma un criterio puramente meritocratico che troppe volte ha visto le donne ingiustamente penalizzate.
Eppure, i limiti di un certo modo tutto italiano di fare politica si manifestano anche in occasioni nelle quali si raggiungo degli indubbi successi di cui tutti – non solo le donne – di ogni partito, di qualsiasi schieramento, dovrebbero semplicemente compiacersi. Ma evidentemente così non è e, troppo spesso, si preferisce far rumore solamente quando c’è qualcosa di astratto su cui recriminare piuttosto che gioire per risultati che rappresentano un passo avanti epocale. L’ultimo episodio in ordine temporale riguarda la nomina di Daria Perrotta alla guida della Ragioneria generale dello Stato. Per la prima volta nella storia è stata indicata una donna. E può piacere o meno, è stato un governo di centrodestra a nominarla. Lo stesso governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni, una donna, anche in questo caso per la prima volta. Così come per la prima volta più di sei anni fa il centrodestra candidò ed elesse la prima presidente del Senato donna, Elisabetta Casellati. Il tutto, allora come oggi, nel silenzio imbarazzato e imbarazzante di chi sulla parità di genere si straccia le vesti solo a parole, ma alla prova dei fatti non fa nulla che sia degno di nota. Neanche un doveroso augurio di buon lavoro, un pensiero che sarebbe opportuno indirizzare a ogni rappresentante delle nostre istituzioni.


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