Parigi 2024, oro nei 100 dorso. Il Coni fa protesta ufficiale sugli arbitraggi
Altro oro per l’Italia dalla piscina della Defense Arena a Parigi 2024. Thomas Ceccon ha vinto la medaglia più preziosa nei 100 metri dorso ai Giochi, dopo l’oro di Martinenghi nei 100 rana. L’azzurro, primatista mondiale, ha chiuso con il tempo di 52.00 davanti al cinese Jiayu Xu, argento in 52.32 e allo statunitense Ryan Murphy bronzo in 52.39.
Più che le medaglie, da giorni, a Parigi 2024 sono in primo piano le polemiche su quelle non conseguite dagli azzurri e sugli arbitraggi delle gare nelle più diverse discipline. Il Coni avanza una protesta ufficiale. “Ultimamente andiamo meglio negli sport in cui si va con il centimetro e con il cronometro. Ci sono sport con arbitri e giudici, bisogna rispettarli. Abbiamo fatto una protesta formale, ho parlato a lungo con il segretario generale della federazione internazionale della scherma. C’è un errore di fondo che mina la credibilità di questo sport: c’erano due giudici, uno di Taipei e uno della Corea, per una finale tra un italiano e un atleta di asiatico. I giudici sono stati sorteggiati: se il primo è di Taipei, il secondo si prende dal Lussemburgo, dalla Germania, dagli Usa. Non si prendono gli unici 2 giudici asiatici su 6, senza parlare di cattiva fede. Ma a questo punto le polemiche che vengono fuori hanno fondamento. Sono dispiaciuto, ho fatto una formale protesta. Siamo stanchi di queste situazioni”. Lo ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò alla Rai dopo la finale del fioretto maschile. Il discorso si allarga poi al judo e alla boxe: “Abbiamo visto tanti arbitraggi in tutti gli sport, hanno fatto gridare allo scandalo o quantomeno non sono piaciuti per mille considerazioni che vanno oltre la soggettività. Non si tratta di fare le vittime, si tratta di mettere in condizione la gente di non pensare poco bene…Con questo ho detto tutto”, ha concluso il numero uno del Coni.
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