Parco Nazionale dello Stelvio, iniziate le operazioni di abbattimento di altri 180 cervi
Trento. Il Parco Nazionale dello Stelvio ha recentemente annunciato l’abbattimento programmato di altri 180 cervi entro la fine dell’anno, dopo aver già ridotto la popolazione di questi ungulati di 171 esemplari l’anno scorso quando partì il “Progetto Cervo 2022-2026”. Questa decisione si inserisce in un piano di controllo della fauna mirato a riequilibrare la presenza dei cervi nel territorio del parco, una misura che suscita dibattito tra esperti, ambientalisti e residenti. Il parco ha motivato l’operazione con la necessità di mantenere un equilibrio ecologico che garantisca la salute dell’ecosistema montano. La crescita incontrollata della popolazione di cervi sta infatti causando danni significativi sia alla vegetazione locale, come il sottobosco e le giovani piante di latifoglie, sia all’habitat di altre specie animali e vegetali. I cervi, in cerca di cibo soprattutto nei mesi invernali, si spingono anche in aree antropizzate, come i terreni agricoli circostanti, causando perdite economiche agli agricoltori locali. Nonostante la giustificazione ecologica e gestionale, la decisione del parco non ha mancato di sollevare polemiche. Associazioni animaliste e alcuni cittadini contestano l’abbattimento come misura estrema, proponendo invece metodi alternativi di gestione della popolazione, come il trasferimento dei cervi in altre aree, la somministrazione di anticoncezionali o la creazione di riserve protette. Tuttavia, gli esperti spiegano che queste alternative non sono sempre fattibili o efficaci su larga scala: il trasferimento comporta alti costi e difficoltà logistiche, mentre i metodi di controllo della natalità richiedono una somministrazione costante e complessa. La direzione del parco ha sottolineato che l’abbattimento viene effettuato con criteri scientifici e rispettando il benessere animale, con selezione mirata di esemplari in eccesso e metodi di abbattimento rapidi. Questa strategia di gestione fa parte di un piano più ampio per la conservazione delle risorse naturali dell’area e si basa su monitoraggi regolari della popolazione di cervi e delle condizioni ambientali del parco. Il controllo della fauna selvatica è spesso necessario in aree protette come lo Stelvio, dove la mancanza di predatori naturali può portare a un sovrappopolamento di alcune specie. La polemica sottolinea una tensione crescente tra conservazione ambientale e protezione degli animali, che richiede di bilanciare l’ecosistema con le necessità della fauna selvatica.
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