Il Papa: “Indagare se a Gaza è genocidio”, la dura replica di Israele
Non è ancora uscito e il libro sul Giubileo della Speranza del Papa già ha causato uno scontro diplomatico feroce con Israele. Stando alle anticipazioni rese note da La Stampa, il pontefice nel volume “La Speranza non delude mai” si sarebbe chiesto se non sia il caso di indagare più a fondo su quanto sta accadendo a Gaza. “A detta di alcuni esperti – si legge nelle anticipazioni del volume -, ciò che sta accadendo ha le caratteristiche di un genocidio”. E, pertanto, “bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Un’accusa contro la quale Israele si difende con le unghie e con i denti. E che ritiene inaccettabile. Così, in un post pubblicato sulla piattaforma X dall’account legato all’ambasciata di Tel Aviv alla Santa Sede, Israele replica con durezza alle affermazioni del Papa: “Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”. Non è finita qui. Perché una reazione è arrivata anche da Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica di Roma nonché consigliere comunale in Campidoglio ed esponente di Azione. Come riporta Rainews, per Nahum “al Papa è sfuggito il rapporto dell’Onu, che ridimensiona il numero di morti a Gaza”. E quindi lo invita a utilizzare altre parole: “Massacro è un termine diverso. Ma usare il termine genocidio – ha spiegato Nahum – significa far passare le vittime di ieri come i carnefici di oggi e sta portando a una ondata di antisemitismo in tutto il mondo, che dovrebbe preoccupare anche il Santo Padre”.
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