Panini, dalle figurine di calcio alla rivoluzione digitale dei beni culturali
(dal social LinkedIn)
C’erano una volta le figurine della Panini, da attaccare sul catalogo della serie A di di ogni stagione calcistica. Figurine da collezionare, da barattare o da mettere in palio giocando per strada. Poi vennero i libri per bambini della casa editrice modenese. E ancora i volumi d’arte e i diari. Oggi Franco Cosimo Panini Editore annuncia il via diun nuovo percorso di conoscenza delle digital humanities e fonda il Gruppo Panini Cultura, che punta a diventare un riferimento nel settore della trasformazione digitale del mondo della cultura.
Nell’ultimo biennio, da Modena investimenti in quattro delle aziende italiane leader del comparto (Haltadefinizione, Memooria, Hyperborea e Mida Digit) oggi riunite a Modena per operare nei servizi digitali applicati ai beni culturali, utilizzando tecnologie all’avanguardia e integrando digitalizzazione, descrizione e gestione del patrimonio, valorizzazione e fruizione multimediale.
Aperti cantieri di digitalizzazione in collaborazione con gli Archivi di Stato di Roma e Firenze e la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
“Vogliamo rivoluzionare l’accesso al patrimonio culturale italiano e internazionale – afferma Luca Panini, che della casa editrice modenese è l’amministratore delegato -. Abbiamo deciso di investire nel settore delle digital humanities, che mette a disposizione la rivoluzione digitale a chi opera nel settore dei beni culturali”. Grazie a tecnologie innovative, competenze trasversali e partnership scientifiche ed istituzionali, l’obiettivo è “rivoluzionare le modalità di conservazione e fruizione dei beni culturali attraverso portali web per la valorizzazione del patrimonio, visori 3D per l’accessibilità e visite virtuali, intelligenza artificiale per la metadatazione e la ricerca del patrimonio digitalizzato”.
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