Economia

E Panetta vede la fine del rigore e dei tassi alti

di Giovanni Vasso -


Fabio Panetta vede la fine del rigore come imminente. Perché questa è l’unica strada per evitare che l’Europa precipiti, definitivamente, nel baratro del declino e dell’irrilevanza. Il governatore della Banca d’Italia, che già prima della nomina a Palazzo Koch era parte del board della Bce, ritiene pertanto che l’era dei tassi alle stelle sia vicina alla fine. Se non altro perché, come ha spiegato al Meeting di Rimini, “è indispensabile rilanciare la crescita, non solo per garantire il benessere dei cittadini ma anche per continuare a contare nel mondo”. Un tema che, a essere puntuali, aveva già sollevato l’altro giorno, proprio da Rimini, l’ex presidente della Commissione Ue, attualmente presidente non esecutivo di Goldman Sachs, José Manuel Barroso.

Panetta parte da lontano, per comprendere meglio i termini della questione è necessario fare un passo indietro di vent’anni quando “sia la Ue sia gli Stati Uniti producevano un quarto del reddito mondiale”. Adesso le cose stanno in maniera molto diversa: “Da allora il peso della Ue è sceso al 18% mentre quello degli Stati Uniti è rimasto invariato”. La caduta dell’Europa è lenta ma inesorabile. Ed è stata l’austerità, il rigore, ad amplificare i problemi. “La risposta alla crisi dei debiti sovrani del 2010-12 ha rappresentato un passo falso nel cammino europeo” ha dichiarato il governatore della Banca d’Italia secondo cui “le politiche di austerità adottate in quella fase hanno accentuato in più Paesi gli effetti recessivi della crisi, rendendo la successiva ripresa lenta e fragile e provocando fratture economiche e politiche tra Stati membri”. E hanno fatto insorgere lo scetticismo, se non l’aperta diffidenza degli elettori nei confronti di Bruxelles. Per questo, secondo Panetta, il nuovo approccio caratterizzato dagli investimenti, leggi Pnrr, rappresenta un capitolo nuovo e importante per ricostruire l’Europa: “Sono stati effettuati interventi di bilancio significativi a livello europeo in particolare con il programma Next Generation Eu, per sostenere l’attività economica, rafforzando così gli effetti della politica monetaria. Gli aiuti al settore privato sono stati affiancati da misure volte a innalzare la crescita potenziale”. “I governi europei hanno ora il compito di non disperdere questo slancio – ha quindi ribadito Panetta – e di proseguire lungo il percorso comune”. Per queste ragioni, secondo l’inquilino di Palazzo Koch, “è importante che il Pnrr segni un metodo con l’idea di Stato che interviene nell’economia con più investimenti volti a rafforzare il potenziale di crescita con le riforme”. Detta ancora meglio: “Se questa non sarà una modalità di intervento una tantum – ha aggiunto – ma diverrà il modo in cui il settore pubblico interviene a sostegno dell’economia, gli effetti saranno di gran lunga maggiori”. Insomma, ci vuole più Pnrr e meno rigore. A tal proposito, Panetta assicura di vedere la fine del lungo tunnel imposto da Francoforte: “Credo sia ragionevole aspettarsi che si andrà da qui in avanti verso una fase di allentamento della politica monetaria”. L’analisi del governatore parte, ancora una volta, da lontano: “L’inflazione sta scendendo e l’economia mondiale sta rallentando. Sicuramente la Cina ha una crescita meno vivace degli anni scorsi, l’economia americana abbiamo visto quest’estate mostra qualche scossone, forse c’è stata qualche esagerazione nelle reazioni dei mercati, ma sicuramente sta rallentando. Anche l’economia europea – ha spiegato ancora – attraversa una fase di bassa crescita o addirittura di stagnazione: ovviamente quando la crescita è più bassa, le pressioni inflazionistiche sono minori e quindi la politica monetaria ha motivo per essere meno restrittiva”. Insomma, le condizioni per riportare i tassi a quote più normali, per citare il cantante, ci sarebbero tutte. “A giugno scorso – ha ricordato Panetta – abbiamo ridotto i tassi di interesse di 25 punti base. Adesso c’è una discussione su quello che farà il Consiglio della Bce a settembre. Io ovviamente la mia idea ce l’ho, ma non mi metto a discutere un argomento che andrà dibattuto in quel consesso, che è un consesso istituzionalmente preposto a decidere le misure, in particolare le condizioni monetarie”.


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