Cronaca

Pandoro Gate, Chiara Ferragni rinviata a giudizio. I legali: “Non ha commesso reati”

di Flavia Romani -


Chiara Ferragni, nota imprenditrice digitale e influencer, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di truffa aggravata nell’ambito delle vicende legate alla commercializzazione del pandoro “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua “Dolci Preziosi”. La notizia è stata resa pubblica dalla stessa difesa dell’imprenditrice, la quale ha ribadito con fermezza l’innocenza della propria assistita.

L’influencer ha commentato personalmente la decisione giudiziaria, esprimendo la sua delusione e rammarico:
“Dovrò convivere ancora del tempo con questa accusa che ritengo profondamente ingiusta”, ha dichiarato Ferragni, sottolineando come si senta estranea a qualsiasi illecito. I suoi legali hanno inoltre ribadito che la loro assistita non ha commesso alcun reato e che affronterà il processo con la determinazione di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.

Gli avvocati Marcello Banna e Giuseppe Iannacone che seguono Chiara Ferragni nella vicenda del “pandoro-gate” hanno poi rilasciato un comunicato a commento della notizia: “Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’AGCM. L’interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente”.

Il caso riguarda le campagne pubblicitarie realizzate per la vendita del pandoro brandizzato “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua a marchio “Dolci Preziosi”, che, secondo l’accusa, avrebbero indotto in errore i consumatori. La pubblicità faceva riferimento a una presunta finalità benefica legata alla vendita dei prodotti, ma secondo le indagini gli incassi non sarebbero stati destinati interamente alla beneficenza, come invece lasciato intendere dalle comunicazioni promozionali.


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