Economia

Oxfam: più miliardari ma un italiano su 10 è indigente

di Giovanni Vasso -

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Sempre più pochi, sempre più ricchi. Mentre i Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare e i  megadirettori galattici di tutto il mondo si riuniscono a Davos per provare a “ricucire la fiducia”, Oxfam pubblica i numeri del rapporto sulla ricchezza: che, in Italia, fa registrare l’aumento dei miliardari. Una buona notizia, a tutta prima. E invece no. Dai numeri di Oxfam, infatti, emerge che la distribuzione della ricchezza è sempre più sbilanciata a favore di sempre meno persone. L’unica conseguenza possibile è l’aumento della povertà e di sacche di indigenza. Stando al report, la quota di ricchezza nazionale detenuta dal 20 per cento più povero della popolazione italiana è precipitato: nel 2021 era lo 0,51%, l’anno dopo s’è quasi dimezzato arrivando allo 0,27%. Ciò implica l’ulteriore ampliamento della forbice della disuguaglianza con il 10 per cento degli italiani più ricchi. Il divario aumenta perché la ricchezza detenuta dai cittadini più ricchi è superiore di 6,7 volte rispetto a quella che resta nelle mani della metà più povera del Paese. L’aumento, rispetto al 2021, è sostanziale e si concretizza in ben quattro decimali (il rapporto, infatti, era a 6,3).

I big money, in Italia (ma come nel resto del mondo), ce li ha meno dell’1 per cento della popolazione. Che concentra, nelle sue mani, il 23,1% della ricchezza nazionale. Il punto di non ritorno sembra essere coinciso con la pandemia. Oxfam riferisce infatti che prima del Covid c’erano solo 36 miliardari in Italia. Dopo tre anni, e fino a novembre scorso, il numero dei Paperoni è lievitato. Oggi, di miliardari, in Italia ce ne sono 63. Per ventisette persone, dunque, la pandemia (e la guerra che è venuta dopo) più che un problema ha rappresentato la più dorata delle possibilità. Ma non basta, perché chi già era ricco adesso lo è ancora di più. Il patrimonio complessivo dei nababbi tricolore è pari a 217,6 miliardi di euro. In termini reali, stimano gli analisti Oxfam, è salito di 68 miliardi. È una somma che lo Stato stanzia per finanziare, complessivamente, il Fsc, il fondo per lo sviluppo e la coesione. Insomma, una cifra di tutto rispetto. Sorridono, però, anche i milionari. Gli iscritti junior al club dei super-ricchi italiani (che sono aumentati di ben 11.830 unità) festeggiano: il loro patrimonio complessivo, quello di chi vanta almeno beni per cinque milioni di dollari,  è aumentato di 178 miliardi in termini reali. Qui parliamo di una somma che è leggermente superiore a quella dell’intero Pnrr. Insomma, numeri da capogiro. Ed è ancora poco.

Se i ricchi fanno festa, i poveri pagano il conto. Il trend di crescita della povertà, in Italia, è ormai una costante che, per Oxfam, va avanti da almeno vent’anni. Nel 2022 le famiglie a rischio esclusione sociale sono state poco meno di 2,2 milioni. Si tratta di 5,6 milioni di cittadini italiani che vivono in condizione di povertà assoluta, senza avere di che fare la spesa. L’incidenza della povertà familiare è aumentata in un anno di oltre mezzo punto percentuale ed è passata dal 7,7% registrato nel 2021 all’8,3% dell’anno successivo. Il rischio individuale, se possibile, è ancora peggiore. Già, perché adesso sfiora il 10% stabilizzandosi attorno al 9,7%. In pratica poco meno di un italiano su dieci non avrebbe di che vivere dignitosamente. Insomma, la situazione è chiara e preoccupante: per Oxfam ci sono più miliardari ma ci sono anche tante, troppe, sacche di povertà.

Però, segnala Oxfam nel suo report, c’è da attendersi qualche miglioramento grazie ai dati positivi che sono arrivati già nel 2023 sul fronte dell’occupazione. Ma, spiegano gli analisti, non bisogna entusiasmarsi. L’Italia, infatti, deve fare i conti con il fenomeno del lavoro povero, della beffa di chi, pur lavorando, non riesce a guadagnare abbastanza per vivere in maniera decorosa. Insomma, le cose non vanno granché bene in questo Paese. Ma i trend italiani non sono altro che la fedele rappresentazione di ciò che sta accadendo in tutto il resto del mondo.


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