Ovadia: “Complice una comunità internazionale di vigliacchi e miserabili. A lei si imputeranno sia i morti israeliani che palestinesi”
MONI OVADIA
Ovadia: “Complice una comunità internazionale di vigliacchi e miserabili. A lei si imputeranno sia i morti israeliani che palestinesi”
di EDOARDO SIRIGNANO
“Siamo di fronte a una comunità internazionale di vigliacchi, di miserabili. É complice di questa situazione e a lei si imputeranno sia i morti palestinesi che quelli israeliani. Se avesse agito per la pace, come d’altronde non ha fatto in Ucraina, oggi forse l’umanità poteva intravedere un futuro”. A dirlo l’attore e scrittore Moni Ovadia.
Cosa ne pensa di quanto sta accadendo in Israele?
È il risultato dell’occupazione israeliana, della colonizzazione, del regime di apartheid a cui è stato sottoposto il popolo palestinese. Ha le sue colpe anche quell’Occidente che ha lasciato marcire la situazione. Detto ciò, ogni morto è una grande tragedia, israeliano o palestinese che sia.
Gaza da tempo ospita terroristi…
Gaza è una scatola di sardine, in cui vivono due milioni di essere umani e non di terroristi, come dice qualcuno. Ci sono uomini, donne, vecchi e bambini. C’è, poi, Hamas, ma solo una parte del partito pratica l’opzione armata. C’è una cosa che so da quando facevo le scuole medie.
Quale?
L’assedio è un atto di guerra. Gli israeliani controllano i confini di Gaza, lo spazio aereo, quello marittimo, l’energia, l’acqua, tutto ciò che entra o non entra. Un popolo assediato ha diritto di ribellarsi?
Gli israeliani, intanto, sostengono che si sono ritirati da Gaza…
Non per lasciarla libera, ma per tenerla blindata in una condizione che la stessa Onu ha definito inabitabile. Ci sono cumuli di macerie.
Dopo l’attacco cosa succederà?
Gli israeliani bombarderanno e useranno l’aviazione, quello che Putin non ha fatto in Ucraina. Raderanno ulteriormente al suolo quei centri. Faranno magari un migliaio di morti, tra cui molti bambini. Siamo di fronte a una comunità internazionale di vigliacchi, di miserabili.
Cosa c’entra la comunità internazionale?
É complice di questa situazione e a lei si imputeranno sia i morti palestinesi che quelli israeliani. Se avesse agito per portare la pace in terre martoriate, oggi parleremo di altro. I governanti israeliani hanno fatto di tutto per mantenere uno status quo che fa vivere il popolo palestinese in un inferno. La comunità internazionale, intanto, tace. Gli Stati Uniti lasciano fare a Israele ciò che vuole e che i palestinesi vivano in una prigione a cielo aperto da una parte, Cisgiordania e una gabbia di sardine dall’altra. È stato fatto di tutto per creare una spaccatura tra l’Olp e Hamas. Netanyahu e la sua banda, d’altronde, hanno sempre dichiarato che non vogliono uno stato palestinese.
Le sembra una coincidenza che le acque si siano mosse proprio al momento cruciale di un altro conflitto, quello in Ucraina?
Non ne ho certezza. Ritengo ci sia, però, un cambiamento a quelle latitudini. La guerra, a mio parere, sarà vinta dai russi. Stiamo parlando di un conflitto voluto. Putin è cascato nella trappola oppure non aveva alternative. Non poteva consentire di destabilizzare la sua federazione. Qualcuno ha sputato sugli accordi di Kiev. Dal 2014 va avanti un massacro di russofili. James Baker si era impegnato ai tempi di Gorbaciov di non fare allargare la Nato di un pollice. È accaduto, invece, il contrario. Cosa avrebbero fatto gli americani se i russi avessero armato Maduro? Mi stupisco del livello di cecità e servilismo dell’Occidente. Del resto c’è un detto biblico che predica “Dio acceca coloro che vuol perdere”.
Adesso si rischia un’invasione, anche giusta, da chi fugge dagli orrori delle battaglie…
Non ho nessuna fiducia nel futuro dell’umanità. Ci sono classi dirigenti, andando oltre le opinioni, di un’infinità mediocrità. L’Europa non esiste. È un’appendice della Nato, che nei fatti governa nel continente.
È stata persa, dunque, una possibilità?
L’Ucraina è Europa, così come la Russia dagli Urali al confine occidentale. Il 70 per cento dei cittadini russi vive in questo continente. Non potevamo, dunque, dire agli alleati americani è meglio che state fuori da questa vicenda?
In Israele si poteva mediare?
Se il dittatore è Putin è un criminale, mentre se si chiama Erdogan o al-Sisi è ok. L’Arabia Saudita ha già sterminato 300mila persone e nessuno proferisce una parola. Il problema, dunque, non sono i regimi, ma piuttosto di chi sei amico.
Come si comporterà adesso quella sinistra che talvolta ha pianto i morti palestinesi, dimenticandosi degli altri?
La sinistra è morta e quel poco di essa che è rimasto è diviso, confuso e incapace di avere un progetto che viri a ottenere risultati. Rifondazione, Sinistra Italiana, Potere al Popolo si preoccupano solo del loro narcisismo. In Francia Melenchon ha il 22 per cento dei consensi. Perché ciò non accade in Italia?
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