Ospedali, luci ed ombre. Il primo in Italia è l’Humanitas
Ospedali italiani, il 2023 è stato l’anno della piena ripresa dopo il Covid: tornano a crescere i ricoveri, sono stati quasi 8 milioni, 312mila in più rispetto al 2022. Riguardo alle prestazioni, secondo l’Agenas nella maggior parte degli ospedali “convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità bassa”. Zona “critica” dell’organizzazione sanitaria quella degli interventi oncologici, ancora frammentata in strutture con volumi di attività troppo bassi per garantire le migliori esperienze e tecnologie, in particolare per il tumore del pancreas. Ma pure l’area materno infantile, con un punto nascita su tre che non supera la soglia di 500 parti l’anno, considerato lo standard minimo di sicurezza.
La lente del report Agenas su otto aree cliniche principali: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, nefrologia, gravidanza e parto, osteomuscolare. “L’Humanitas di Milano – dice il dg Agenas Domenico Mantoan -, per il terzo anno consecutivo si conferma ospedale di eccellenza con otto aree su quelle monitorate che hanno livelli altissimi”.
Sul podio, assegnato in base alla valutazione con il sistema del treemap che legge peso e validità di ogni indicatore, pure due ospedali pubblici: “L’azienda ospedaliera di Ancona che era tra i migliori anche lo scorso anno e ha fatto un balzo ulteriore migliorando ancora di più il risultato, con 7 aree di eccellenza. La sorpresa è un altro ospedale pubblico, che ha fatto un grande investimento, l’azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze”, che raggiunge l’eccellenza in tutte e 8 le aree considerate.
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