Attualità

“Osimhen svendesi”, anche come pupazzo Cicciobello

di Angelo Vitale -


Victor Osimhen dalle stelle alle stalle? Non proprio, ma è una vicenda da raccontare. Il campione nigeriano, divenuto l’emblema dell’avventura del Napoli Calcio coronata due anni fa dal terzo scudetto che imbandierò il capoluogo campano di azzurro per mesi, è da tempo fermo, “parcheggiato” in un limbo di calcio giocato che è scelta solo italiana per i calciatori da “tenere nella bambagia” in attesa di una prevedibile cessione. Proprio di ieri, dall’Inghilterra, a contrastare questo modo di pensare, la notizia di calciatori in procinto di cambiar maglia che non solo giocano, ma partecipano con convinzione e non in maniera svogliata alle partite, segnando e contribuendo alla loro vittoria.

Una “svendita” della stella dei tifosi partenopei finita su murales e sui banchi delle statuine del presepe di San Gregorio Armeno nel centro storico di Napoli? Aurelio De Laurentiis ci sta pensando, visto che il nuovo allenatore Antonio Conte non lo gradisce nella sua rosa. Intanto, le sue quotazioni si abbassano. E non solo quelle delle sue preziose gambe, infortunatesi troppo spesso per essere diventate negli scorsi anni una preoccupazione dei tifosi. In “saldo” anche quelle della sua effigie.

La foto che pubblichiamo è quella di una sconsolata vendita del pupazzo Cicciobello che raffigurava Osimhen con la maglia del Napoli. Lo si dà via a 10 euro, quando – a fare una ricerca sulla Rete – sarebbe costato ai suoi esordi nei negozi di giocattoli almeno 70 euro o all’incirca.

Una iniziativa commerciale che, indipendentemente dai suoi esiti di fatturato che non conosciamo, può dirsi completamente oggi naufragata, considerato che pure i piccoli tifosi dello stadio Diego Armando Maradona si stanno scordando del loro idolo. E non indossano nemmeno più la sua mascherina che era divenuta anch’essa un gadget, ricercatissimo dopo un subitaneo passaparola probabilmente alimentato dal sempre vivo mercato “parallelo” dell’economia partenopea.

Un lancio che non era stato fortunato fin dai suoi esordi. Promosso da Giochi Preziosi, subito attaccato dall’accorta macchina amministrativa del Napoli Calcio, che lo definì non autorizzato minacciando fuoco e fiamme. Sarà anche che per questo che, nonostante il corner assai evidente in un negozio, la frase di rito è: “Ve lo diamo per 10 euro, accattataville!”.


Torna alle notizie in home