La strategia suicida di Commerzbank, Orcel valuta investimento “se c’è valore”
Andrea Orcel è pronto a un passo indietro rispetto a Commerzbank: Unicredit non investirà in una banca che, pur di sottrarsi alla fusione, sarebbe disposta a tutto, persino a licenziare centinaia di dipendenti, gli stessi che si sono subito schierati contro l’ipotesi di un ingresso italiano nella compagine sociale. Orcel avrebbe riferito in queste ore che Unicredit sarebbe disposta a non procedere all’affare, e quindi a ritirare ogni offerta, nel caso in cui non ci fosse “valore”. In pratica, le strategie durissime ventilate dal nuovo Ceo del secondo istituto di credito tedesco, Bettina Orlopp, stanno inducendo gli italiani a valutare bene se impegnarsi, o meno, verso Commerzbank. Che, come ha riferito nei giorni scorsi il Financial Times, è pronta a valutare la possibilità di licenziamenti di massa per tentare di convincere gli azionisti che un margine di profitto ci può essere pur senza procedere a nessun’altra alleanza con gli italiani. In ballo ci sarebbero migliaia di posti di lavoro e, per un istituto di credito che trae la sua forza dal rapporto con il territorio e con le piccole realtà imprenditoriali tedesche, corrisponderebbe a una sorta di mutilazione auto-inflitta. Il piano di Orlopp dovrebbe essere presentato entro il 13 febbraio. Intanto, però, Orcel ha scritto allo stesso Financial Times tirando in ballo direttamente l’Unione Europea sia sul caso Commerzbank sia sulla vicenda BancoBpm: “Rappresentano dei banchi di prova che ci chiedono se, come blocco, siamo seriamente intenzionati a una maggiore integrazione. Siamo disposti a compiere i passi che i nostri leader hanno chiesto da tempo o ci lasceremo prendere dalla paura? La risposta aiuterà a sbloccare la crescita dell’Europa, oppure confermerà che un’azione reale per far progredire il mercato unico rimane elusiva. Una maggiore portata paneuropea comporta economie di scala e competenze a livello europeo. Significa una maggiore distribuzione di capitali alle imprese che hanno bisogno di finanziamenti per crescere e più opzioni per raccogliere denaro, anche attraverso i mercati dei capitali. Significa che le imprese più ambiziose e in crescita possono collegarsi ai flussi commerciali e accedere a nuovi mercati, soprattutto all’interno dell’UE. Significa maggiori investimenti in prodotti e servizi a sostegno dei risparmiatori. E significa banche più forti, più resistenti e più affidabili”.
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