Attualità

Ora legale: una pratica destinata a finire?

di Gianluca Pascutti -


A fine mese come sempre da anni le lancette degli orologi andranno spostate un’ora indietro tornando così all’ora solare. L’ora legale invece prevede di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi durante i mesi estivi, per sfruttare al massimo le ore di luce naturale. Questo meccanismo viene adottato in molti paesi per ottimizzare il consumo energetico, riducendo la necessità di utilizzare l’illuminazione artificiale nelle ore serali. La pratica, però, è da tempo oggetto di discussioni e controversie, tanto che negli ultimi anni si è parlato frequentemente della sua possibile abolizione. L’idea di spostare le lancette per sfruttare meglio la luce solare risale a Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che nel 1784, in un articolo satirico, propose di risparmiare sulle candele svegliandosi più presto. Tuttavia, il concetto moderno di ora legale fu introdotto per la prima volta dal britannico William Willett nel 1907, che suggerì di modificare l’orario durante l’estate per permettere alle persone di godere di più ore di luce al giorno. La proposta di Willett non fu accolta subito, il cambiamento arrivò con la Prima Guerra Mondiale. Nel 1916, la Germania fu il primo paese a introdurre ufficialmente l’ora legale, seguita dal Regno Unito e da molti altri stati europei e nordamericani, per ridurre il consumo di carbone durante il conflitto. In Italia, l’ora legale venne adottata per la prima volta nel 1916, ma è stata utilizzata in modo discontinuo fino alla stabilizzazione nel 1966. Da allora, viene attivata ogni anno dall’ultima domenica di marzo fino all’ultima domenica di ottobre. Spostando l’orario avanti di un’ora, le persone possono sfruttare al meglio la luce naturale durante i periodi dell’anno in cui le giornate sono più lunghe. Questo comporta una riduzione dell’uso dell’illuminazione artificiale nelle ore serali, con conseguente risparmio di energia elettrica. Oltre al risparmio energetico, si pensa che l’ora legale possa favorire uno stile di vita più attivo, poiché le giornate sembrano essere più lunghe e le persone sono incoraggiate a trascorrere più tempo all’aperto. Negli ultimi anni, però, l’ora legale è diventata oggetto di critiche e sempre più paesi stanno valutando la sua abolizione. Tra i motivi principali ci sono gli effetti negativi sul benessere delle persone. Il cambio d’orario, sebbene sembri lieve, può influire sul ritmo circadiano, il nostro “orologio biologico”, provocando disturbi del sonno, affaticamento, difficoltà di concentrazione e perfino aumenti nei rischi di problemi cardiovascolari. Per alcune persone, adattarsi al nuovo orario può richiedere giorni o addirittura settimane, causando disagio e perdita di produttività. Inoltre, molti esperti sostengono che il risparmio energetico che deriva dall’ora legale non è così significativo come un tempo, a causa dell’evoluzione delle tecnologie di illuminazione e dei cambiamenti nei consumi energetici. L’utilizzo diffuso di lampadine a basso consumo e LED ha ridotto notevolmente il consumo energetico dell’illuminazione domestica, e altre attività che richiedono energia, come l’uso dei condizionatori d’aria, non sono influenzate dall’ora legale. In Europa, la Commissione Europea ha avviato un’indagine pubblica nel 2018, chiedendo ai cittadini se fossero favorevoli o meno al mantenimento dell’ora legale. La maggior parte degli intervistati si è espressa per l’abolizione del cambio d’ora, portando l’Unione Europea a proporre la fine dell’ora legale a partire dal 2021. Tuttavia, l’applicazione della misura è stata rinviata, poiché i paesi membri devono ancora decidere se mantenere l’ora solare o legale come orario fisso.


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