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Operazione Poseidon Archer di Usa e Regno Unito in Yemen, gli Houthi minacciano su X

di Angelo Vitale -

Un'immagine della nave USS Laboon. ANSA/ MONICA HALLMAN - UFFICIO STAMPA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++


Mentre l’Europa si accinge a definire i contorni e le regole di ingaggio della sua missione nel Mar Rosso – il ministro italiano Antonio Tajani, pur con qualche incertezza, la definisce essenzialmente di difesa senza tralasciare l’operazione Atalanta in corso cui tiene in particola modo la Spagna, ora dopo il vertice del Consiglio Ue la ricerca è quella dell’unanimità tra gli Stati membri – si registra l’ottavo raid di Usa e Regno Unito in poco più di dieci giorni contro obiettivi Houthi nello Yemen.

Secondo quanto riportato dalla Cnn che cita un funzionario della Difesa, sono stati colpiti poco meno di 10 siti, un numero inferiore rispetto alla prima operazione congiunta dell’11 gennaio che aveva raggiunto oltre 30 obiettivi Houthi. Gli Stati Uniti hanno schierato aerei da combattimento della portaerei USS Dwight D. Eisenhower all’interno di una operazione che la Cnn ha appreso chiamarsi “Poseidon Archer” contro le infrastrutture dei ribelli Houthi nello Yemen, attraverso un approccio più organizzato e potenzialmente a lungo termine.

Notizie sull’attacco anche dalla tv al-Masirah gestita dagli Houthi, secondo la quale le operazioni della coalizione anglo-americana avrebbero colpito campi Houthi nella capitale dello Yemen Sanaa e in altre province. Secondo Xinhua (l’Agenzia Nuova Cina), i cittadini residenti nell’area avrebbero riferito di esplosioni nel campo di al-Hafa, nella parte orientale di Sanaa, e nella base aerea di al-Daylami nel Nord.

Gli Houthi hanno pure rivendicato di aver eseguito un’operazione militare contro un mercantile americano nel Golfo di Aden. In una dichiarazione del loro portavoce, i ribelli dello Yemen hanno reso noto di aver bersagliato “con missili” la nave Ocean Jazz. “Ribadiamo i nostri sforzi per bloccare qualsiasi nave diretta verso Israele finché non fermerà la sua aggressione” a Gaza, ha dichiarato il portavoce. Ma un funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha però smentito l’attacco al mercantile. Si tratta di notizie “infondate”, ha detto la fonte ad al-Jazeera.

“Ogni operazione e ogni aggressione contro il nostro Paese non resterà senza risposta”, ribadiscono gli Houthi, confermando la sfida a Stati Uniti e Gran Bretagna dopo i nuovi raid contro le loro postazione. Lo hanno fatto con un post su X di Mohammad Ali AlHouthi, membro del comitato supremo rivoluzionario del gruppo yemenita. “La guerra oggi è tra lo Yemen, che sta lottando per fermare i crimini di genocidio, e la coalizione americano-britannica che sostiene e protegge i suoi autori – così il post su X -. Pertanto, ogni parte o individuo in questo mondo si trova di fronte a due scelte: preservare la propria umanità e schierarsi con lo Yemen, oppure perderla e schierarsi con l’alleanza americano-britannica”.

L’obiettivo degli attacchi nel Mar Rosso non è quello di “affondare o sequestrare” le navi legate allo Stato ebraico piuttosto spingerle a “cambiare rotta per aumentare il costo economico per Israele”, ha affermato in un’intervista all’Adnkronos il membro dell’ufficio politico degli Houthi, Mohammed al-Bukhaiti. Si tratta di uno strumento di “pressione” per convincere lo Stato ebraico a “fermare i suoi crimini a Gaza e consentire l’ingresso di cibo, medicine e carburante per i suoi abitanti assediati”, spiega l’esponente del politburo degli Houthi, secondo cui colpire le navi che si sono rifiutate di “rispondere alle istruzioni della Marina yemenita” di non attraversare il Mar Rosso è “un atto morale legittimo dal momento che ci troviamo in uno stato di guerra con Israele”. Tutte le compagnie di navigazione, mette in guardia, sono tenute a rispettare questa decisione “temporanea”, che “cesserà non appena finirà l’aggressione contro Gaza”.


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