Politica

Open Arms, sabato nuova tappa del processo a Salvini. La Lega pronta alla mobilitazione

di Lino Sasso -


Si avvicina un nuovo appuntamento del caso Open Arms, dopo l’ultima udienza dello scorso 12 luglio a Palermo. Il processo nel quale è imputato Matteo Salvini, all’epoca dei fatti, verificatesi nel 2019, titolare del ministero dell’Interno con il governo Conte, proseguirà sabato prossimo con la requisitoria dell’accusa. Sul leader della Lega pende un’accusa per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, imputazioni seguite al rifiuto dell’allora numero uno del Viminale di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti dalla nave della ong spagnola Open Arms che li aveva soccorsi in mare. Alla nave era stato negato l’approdo presso il porto della località siciliana, più precisamente lo stesso ingresso nelle acque territoriali italiane, così che i migranti e l’equipaggio della ong sono rimasti a bordo della nave per quasi venti giorni. Da qui le accuse formulate contro Matteo Salvini, dopo che la procura di Agrigento ha disposto il sequestro della nave e consentito lo sbarco degli immigrati a bordo dell’Open Arms. Oltre che i risvolti giudiziari, la questione ha avuto anche una forte eco politica, con lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiamato in causa – e in Tribunale – per chiarire se il divieto alla nave di approdare in Sicilia fosse o meno stata presa all’interno di una strategia del governo italiano per contrastare l’immigrazione clandestina, come appare del tutto evidente. Ovvero, se la decisione fosse un atto politico oppure no. Di fatto, però, Matteo Salvini resta l’unico indagato. Un ministro finito sotto processo per aver dato seguito alle politiche del governo allora in carica in materia di immigrazione. Come rimarca un comunicato diffuso dalla Lega, “quello a Salvini è un processo politico, voluto dalla sinistra in Parlamento, unico nel suo genere in tutto l’Occidente”. Non solo, perché adesso il partito annuncia di essere pronto alla mobilitazione e “rivendica con forza il diritto di difendere i confini, oggi come ieri, nel rispetto del mandato popolare, del buonsenso e delle leggi”.


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