Attualità

Omicidio Saman, per tutti e 5 i familiari chiesto l’ergastolo

di Angelo Vitale -


Nel processo d’appello attualmente in corso a Bologna per l’omicidio di Saman Abbas, la diciottenne pakistana uccisa a Novellara in provincia di Reggio Emilia nel maggio 2021 per essersi rifiutata di sposare un cugino in Pakistan, la Procura generale ha chiesto l’ergastolo per tutti e cinque i familiari imputati (padre, madre, zio e due cugini), ritenendo insufficienti le condanne emesse in primo grado.

Gesto di estrema crudeltà, per i magistrati, nato da quel movente che risale al 2020, quando Saman rifiutò un matrimonio combinato, denunciando i genitori per maltrattamenti e sequestro di documenti. Nella notte del 1° maggio 2021, dopo un’accesa lite familiare, la ragazza fu strangolata e il corpo occultato in una fossa agricola. I genitori fuggirono in Pakistan, mentre lo zio Danish Hasnain e i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz furono coinvolti, secondo le indagini, nell’omicidio e nella distruzione delle prove.

Nel dicembre 2023, la Corte d’Assise di Reggio Emilia aveva inflitto l’ergastolo ai genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, una condanna a 14 anni allo zio Danish Hasnain e assolto i cugini, ritenuti non partecipi all’omicidio.

Durante la requisitoria del 4 aprile scorso, i pubblici ministeri hanno contestato l’assoluzione dei cugini, sostenendo che le prove video (in particolare, le riprese del 29 aprile) dimostrerebbero una pianificazione collettiva dell’omicidio, ritenuta riduttiva l’interpretazione delle perizie, considerando che la Corte di primo grado avesse trascurato elementi decisivi come le analisi sulla fossa e le dichiarazioni contraddittorie degli imputati, indicando finora omesse le aggravanti di crudeltà e motivi d’onore, ritenuti stavolta centrali nel contesto culturale del delitto.

La Procura generale ha dunque avanzato una richiesta unificata di ergastolo per tutti gli imputati, sostenendo che i cugini avrebbero partecipato attivamente all’omicidio e all’occultamento del corpo, lo zio avrebbe avuto un ruolo esecutivo diretto e non marginale come ritenuto in primo grado, i genitori avrebbero orchestrato il tutto, costringendo anche il figlio minore Ali a mentire (era stato scagionato nel novembre del 2023).


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