Cronaca

Omicidio Matteuzzi, confermato l’ergastolo per l’ex Padovani

di Roberta Rizzo -


La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Giovanni Padovani, un 28enne ex calciatore e modello, già condannato in primo grado per l’omicidio pluriaggravato della sua ex fidanzata, Alessandra Matteuzzi. La donna, di 56 anni, è stata uccisa sotto casa sua a Bologna il 23 agosto 2022. Padovani l’ha colpita brutalmente con calci, pugni, un martello e, infine, una panchina in ferro battuto, aggravando ulteriormente l’accusa di omicidio. L’aggressione era avvenuta nel cortile condominiale e Matteuzzi era deceduta in ospedale circa due ore dopo.

Nel corso del processo d’appello, la difesa di Padovani aveva richiesto di riesaminare l’infermità mentale dell’imputato, sostenendo che soffrisse di problemi psichiatrici e richiedendo anche l’acquisizione di una risonanza magnetica effettuata dopo la condanna di primo grado. Tuttavia, la Corte ha respinto queste richieste. La perizia psichiatrica in primo grado aveva infatti stabilito che Padovani fosse capace di intendere e volere. In aula, Padovani ha espresso un apparente pentimento, dichiarando di avere un’ossessione per la vittima e di pensare a lei quotidianamente. Ha riconosciuto la gravità del suo gesto e chiesto scusa alla famiglia di Matteuzzi, pur ribadendo di soffrire ancora di problemi mentali. Tuttavia, l’accusa ha sostenuto con forza la colpevolezza dell’imputato, sottolineando che Padovani non è folle ma un assassino che merita la conferma dell’ergastolo, come richiesto dall’avvocato generale dello Stato, Ciro Cascone.

Secondo le motivazioni della sentenza di primo grado, l’omicidio non è stato un “moto d’impeto” ma un atto premeditato, motivato da un desiderio di vendetta. I giudici hanno descritto Padovani come animato da un “sentimento di rancore e frustrazione” e hanno evidenziato il carattere ossessivo con cui controllava Matteuzzi, vedendola come una sua proprietà. La donna aveva denunciato Padovani per stalking un mese prima dell’omicidio, raccontando degli episodi di gelosia morbosa e dei comportamenti persecutori, come la richiesta ossessiva di inviarle video ogni dieci minuti per dimostrare dove si trovasse. Inoltre, aveva subito intimidazioni, come i pneumatici dell’auto tagliati e zucchero versato nel serbatoio della macchina.

Al termine del processo d’appello, Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra, ha espresso gratitudine per la decisione della Corte, pur tra le lacrime, e ha criticato le parole di Padovani, considerandole un ulteriore atto di irrispettosità verso la sorella. La sentenza definitiva sarà motivata entro 90 giorni.


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