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PRIMA PAGINA – Olimpiadi Milano-Cortina, corruzione e gare truccate

di Giuseppe Ariola -


La prossima edizione delle Olimpiadi invernali, che si terranno in Italia, finisce sotto la lente di ingrandimento della procura di Milano che indaga per corruzione e turbativa d’asta. I fatti contestati dagli inquirenti sarebbero risalenti a un lasso temporale che va dal marzo del 2020 allo stesso mese dell’anno successivo. Nel mirino dei magistrati c’è la Fondazione Milano-Cortina 2026 che, costituita nel 2019, ha in capo l’organizzazione, la gestione e la promozione dell’evento sportivo. In particolare, l’attenzione degli investigatori è concentrata su due ex dirigenti della fondazione, Vincenzo Novari, che all’epoca dei fatti ne era l’amministratore delegato, e il manager Massimiliano Zuco, entrambi indagati assieme all’imprenditore Luca Tomassini, titolare della società Vetrya che risulta vincitrice di tre gare relative a servizi digitali per un ammontare complessivo di circa un milione e 900 mila euro. L’aggiudicazione degli appalti in questione risulterebbe dubbia e i magistrati avrebbero riscontrato prove delle assegnazioni considerate indebite in svariate comunicazioni, sia attraverso mail che con messaggi whatsapp, che confermerebbero la tesi per la quale Massimiliano Zuco abbia agito “in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza ed imparzialità nella aggiudicazione di gare pubbliche”. Nessuno degli attuali vertici della Fondazione Milano-Cortina sarebbe invece coinvolto nell’inchiesta, come fa sapere anche una nota del management del Comitato organizzatore dei giochi olimpici e paralimpici. Nel frattempo, il nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni sia nella vecchia sede principale della fondazione che in quella attuale, nel capoluogo lombardo, ma anche in quelle nelle province di Milano, Roma, Parma e Terni, nonché presso gli uffici della Deloitte, che non risulta indagata, per acquisire documentazione sia cartacea che informatica. Il presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina 2026, Giovanni Malagò, ha fatto sapere di aver assicurato alla procura e alla Guardia di Finanza la “massima disponibilità nel fornire tutte le carte, tutti i documenti, tutti gli attestati. Penso che ancora una volta, al di là che, ovviamente, c’è massima speranza, che c’è bontà dell’operato e garanzia dell’innocenza trasparenza, però lo sport in termini di immagine è vittima di tutto questo. Questo è poco ma sicuro”. Malagò non manca poi di ricordare come “il Cio pretese che ci fosse una presidenza legata allo sport e un delegato legato al mondo della politica designato della politica”.

Nell’inchiesta è finito anche il logo di Milano-Cortina 2026, ‘Futura’, scelto attraverso la votazione online da parte di una giuria popolare, dopo essere stato presentato, insieme a un altro marchio, sul palco della finale del Festival di Sanremo. Secondo i pm, Zuco si sarebbe prodigato in pressioni ritenute “non giustificabili” per favorire il logo risultato poi vincitore al televoto.

Commentando l’inchiesta, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha detto di non ritenere che l’indagine della procura di Milano “debba essere motivo di preoccupazione perché la Fondazione deve essere, com’è, una casa di vetro e chiunque vuole guardare dentro la Fondazione e dentro Simico deve trovare le risposte alle legittime domande sulla trasparenza e sulla correttezza dei comportamenti gestionali e d’altronde non può che essere così visto che la Fondazione e Simico servono il progetto olimpico e paralimpico”. E proprio a proposito di Simico, la società deputata a realizzare, in qualità di stazione appaltante e centrale di committenza, le opere necessarie allo svolgimento delle Olimpiadi Invernali del 2026, fonti del ministero delle infrastrutture e dei trasporti hanno fatto sapere nella serata di ieri che l’inchiesta non avrà conseguenze sull’andamento dei lavori per le Olimpiadi Milano-Cortina, anche perché le indagini in corso riguardano la Fondazione che non ha ruoli operativi sulla realizzazione delle opere, di cui è invece affidataria proprio la società Simico.


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