Politica

PRIMA PAGINA-Obiettivo: Pubblica Amministrazione motore di sviluppo. Intervista al Ministro Paolo Zangrillo

di Giuseppe Ariola -

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, durante la conferenza stampa al termine del Cdm, Palazzo Chigi, Roma 3 luglio 2024. ANSA/ALESSANDRO DI MEO


Sburocratizzazione, semplificazione e digitalizzazione sono tra le maggiori sfide abbracciate dal governo e chieste anche dall’Europa. Ne abbiamo parlato con il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.

Una delle priorità del governo è la lotta alla burocrazia. Come la state combattendo?

“Un Paese moderno e innovativo trova il proprio fondamento in una Pa capace di rispondere in modo efficace ai profondi mutamenti sociali ed economici in atto. Lavoriamo senza sosta per far sì che la burocrazia non venga più percepita come distante e inefficiente, come un ostacolo, ma come una opportunità. Si tratta di una sfida complessa, ma che vogliamo vincere, per questo motivo stiamo intervenendo su svariati fronti. Un esempio riguarda gli sportelli unici per le attività produttive Suap: nelle scorse ore sono stati pubblicati gli avvisi per il finanziamento delle piattaforme tecnologiche di questi sportelli al fine di renderli completamente interoperabili. Un investimento di 30 milioni, a valere sul Pnrr, per dotare tutti i Comuni di strumenti in grado di garantire un efficiente funzionamento della macchina amministrativa”.

A proposito di Pnrr, avete un obiettivo strategico come la semplificazione di 600 procedure entro giugno 2026. A che punto siete?

“Semplificare è indispensabile per accompagnare il rilancio del nostro Paese. Una burocrazia che si traduce in un eccesso di norme e adempimenti rappresenta un vero e proprio costo che rischia di compromettere lo sviluppo dei nostri territori. Abbiamo appena varato un provvedimento che semplifica i controlli sulle imprese, senza aumentarli o diminuirli ma rendendoli più efficaci, e presto porteremo in Consiglio dei ministri un decreto legislativo con diverse semplificazioni in materia ambientale, centrando così il traguardo Pnrr di 200 procedure semplificate entro fine 2024”.

Parliamo dei rinnovi contrattuali, a cui avete dedicato un terzo della legge di Bilancio. I sindacati sostengono che servono più risorse. Lei che cosa risponde?

“Io penso sia indispensabile dare un giusto riconoscimento ai nostri lavoratori e per questo mi sono battuto per chiudere la precedente tornata contrattuale, recuperando il ritardo che abbiamo ereditato, e perché venissero stanziate risorse adeguate per avviare le trattative 2022-2024. Nella legge di bilancio 8 miliardi su 24, un terzo di tutte le risorse, sono state destinate proprio a questo scopo. Ne servivano di più? Dobbiamo fare i conti con la realtà, senza dimenticare che per chiudere i rinnovi 2019-2021 ci sono volute quattro leggi di bilancio”.

Oltre alla retribuzione, in che modo intendete valorizzare i dipendenti della Pubblica amministrazione?

“La retribuzione è importante, ma stiamo lavorando anche sulla formazione, sulle carriere, sugli incentivi al merito e sullo smart working. Vogliamo migliorare le condizioni di lavoro delle nostre persone, che sono il vero patrimonio della Pa, e abbiamo bisogno anche di essere attrattivi nei confronti dei giovani, perché ci consentono di accelerare il processo di modernizzazione della nostra organizzazione. Proporre loro il posto fisso non basta più, occorre essere capaci di offrire anche un continuo aggiornamento delle competenze, il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, prospettive di carriera attraverso una adeguata valorizzazione del merito. Le valutazioni tutte eccellenti, e i premi a pioggia, non sono più realistici: occorre dare il giusto riconoscimento a chi davvero se lo merita”.

Sono numerose le iniziative attuate e altrettante quelle in campo per una Pubblica amministrazione innovativa, all’altezza delle sfide attuali. In questo mandato, c’è un obiettivo in particolare che le sta particolarmente a cuore?

“In questi primi venti mesi di governo molte cose importanti sono già state fatte. Abbiamo rivisto le procedure concorsuali, rendendole completamente digitali attraverso il portale inPA. La loro durata è scesa da 780 giorni a sei mesi: in questo modo lo scorso anno sono state assunte oltre 170 mila persone e altrettante saranno inserite quest’anno. I posti già messi a bando soltanto nei primi sei mesi dell’anno, in tutta Italia, sono circa 200 mila. E poi abbiamo aggiornato Syllabus, il portale della formazione, che ho voluto incrementare portandola ad almeno tre giorni l’anno rispetto alla media di quattro ore che ho trovato quando mi sono insediato. Sono tutti interventi attuati pensando al nostro capitale umano. Credo di poter dare un senso al mio lavoro solo concentrandomi sui nostri dipendenti, 3,2 milioni di persone. L’obiettivo è ambizioso: rendere la Pa un luogo di lavoro desiderabile e capace di essere motore di sviluppo. Dobbiamo riuscirci”.


Torna alle notizie in home