Esteri

Notte di sangue a Gaza. Raid israeliani sull’enclave. Hamas minaccia: “Netanyahu ha condannato a morte gli ostaggi”

di Ernesto Ferrante -


A Gaza è ripresa la guerra. È pesantissimo il bilancio di sangue non ancora definitivo dei nuovi raid aerei israeliani nella notte sull’enclave palestinese dopo che Benjamin Netanyahu accusato Hamas di “aver respinto tutte le offerte” dei mediatori per il cessate il fuoco. Secondo quanto appreso dall’Afp da due fonti del movimento di resistenza islamico, tra le vittime c’è anche il generale di divisione Mahmoud Abu Watfa, che era a capo del ministero dell’Interno del governo del gruppo.

Il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, ha parlato “di almeno 330 morti, per la maggior parte donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia”.

Netanyahu ha ordinato di attaccare Gaza una volta appreso “il rifiuto ripetuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi e dopo il rifiuto di tutte le proposte che ha ricevuto dall’inviato del presidente americano Steve Witkoff e dai mediatori”.

In una nota diffusa dall’ufficio del premier, si afferma che “Israele, da ora in poi, agirà contro Hamas con crescente forza militare”. La Casa Bianca ha confermato che lo Stato ebraico ha consultato l’amministrazione americana prima di lanciare la nuova ondata di attacchi.

Tel Aviv continuerà a combattere “fino a quando gli ostaggi non saranno tornati a casa e non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi”, ha fatto sapere il ministro della Difesa israeliano Israel Katz.

Durissima la replica della fazione palestinese. Con la sua decisione di “riprendere la guerra”, Benjamin Netanyahu “ha condannato a morte gli ostaggi” che si trovano ancora a Gaza. Hamas ha risposto così alla pioggia di bombe di Israele.

“Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l’accordo di cessate il fuoco – ha accusato il movimento in una nota – La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell’occupazione e di imporre loro la condanna a morte”.

I miliziani ritengono che il premier israeliano continui a usare la guerra a Gaza come “una scialuppa di salvataggio” per distrarre l’opinione pubblica interna dalla crisi politica interna.

Gli Houthi dello Yemen “condannano la ripresa dell’aggressione del nemico sionista contro la Striscia di Gaza”. “I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto”, ha minacciato il Consiglio politico supremo della formazione paramilitare sciita-zaydita.


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