Nordio in Senato: Nessuna amnistia, rischio recidiva
In un’Aula pronta, sui banchi delle opposizioni, a chiedergli conto del rilascio su un volo di Stato del generale libico arrestato a Torino perché inseguito da un mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra e per le torture praticate nelle carceri di Tripoli, il ministro Carlo Nordio illustra in Senato i passi avanti fatti nel settore dell’amministrazione della giustizia. “Uno dei grandi risultati – dice -è la riduzione degli arretrati in relazione anche gli impegni presi con il Pnrr”. E aggiunge – a stemperare i toni su un fronte che da giorni ha annunciato uno sciopero – che un “ringraziamento va alla magistratura che lavorando in modo competente, tenace e duraturo ha contribuito a farci raggiungere obiettivi fondamentali per ottenere i finanziamenti”.
Sono stati messi a segno “provvedimenti efficaci” – precisa -, “purtroppo le notizie divulgate riguardano essenzialmente le polemiche ma l’80% del ministero è rivolto all’efficientamento del servizio giustizia e ha promosso risultati efficaci”.
“Per la prima volta – spiega Nordio – nel 2026 colmeremo il numero dei magistrati previsto nell’ordinamento, che è sempre stato carente del 20%. Questo è uno dei tanti obiettivi raggiunti che produrrà effetti estremamente benefici”.
“Sul sovraffollamento stiamo agendo in tre direzioni”, afferma il ministro, aggiungendo che sono “esclusi provvedimenti di amnistia“. Ciò, secondo il ministro sarebbe un segnale di “debolezza dello Stato” e un “incentivo alla recidiva”. “Alla fine del 2024, il numero complessivo dei detenuti era pari a 61.861 unità, di cui 59.163 uomini e 2.698 donne”., precisa. “E’ alta la percentuale di persone extracomunitarie e questo dovrebbe farci riflettere su questa distonia tra cittadini extracomunitari detenuti, cittadini italiani e di altri Paesi”, ha detto. Secondo il ministro il nostro sistema “non è carcerocentrico” e anzi si sta lavorando sulla “giustizia riparativa”.
Poi, il passaggio su quello che è il principale nervo scoperto nel confronto con l’Anm: “La riforma della giustizia con la separazione delle carriere era un obbligo e un dovere verso i nostri elettori”. Lo afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni al Senato sull’amministrazione della giustizia aggiungendo che la “coalizione si era presentata compatta con questo programma”.
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