L’Italia ha un piano per il nucleare. Che vedrà la luce, almeno sotto il profilo legislativo, entro fine anno. Lo aveva anticipato il ministro all’Industria Adolfo Urso, l’ha confermato il collega all’ambiente e sicurezza energetica Pichetto Fratin. Che, nel tratteggiare l’iniziativa del governo per riportare l’atomo in Italia, ha parlato anche dell’altra faccia della medaglia nucleare, ossia la vicenda legata ai rifiuti radioattivi. In audizione davanti ai parlamentari delle commissioni Ambiente e attività produttive di Camera e Senato, Pichetto ha snocciolato le ipotesi di “ammodernare le strutture esistenti, eventualmente ampliandole, sfruttando la possibilità di farlo in località potenzialmente già idonee alla gestione in sicurezza di rifiuti radioattivi” in attesa “dell’utilizzo degli Amr di quarta generazione su alcuni dei quali l’Italia è in posizione privilegiata a livello mondiale poiché lavora da decenni su una particolare tecnologia di quarta generazione che si basa sul raffreddamento a piombo liquido”. Se ne parlerà, però, non prima degli anni ’40: “Questi reattori, che arriveranno sul mercato a cavallo degli anni ’40, saranno in grado di bruciare le scorie ad alta attività e lunga vita, nel senso di riutilizzarle come nuovo combustibile all’interno dei reattori, in un’ottica di vera economia circolare, riducendo fortemente il tempo di decadimento di queste scorie e conseguentemente riducendo o annullando la necessità di costruzione di un deposito geologico”. Pertanto, afferma Pichetto, “l’affiancamento dei reattori Amr di IV generazione con gli Smr di III generazione avanzata potrebbe portare pertanto anche il vantaggio di chiudere il ciclo del combustibile e contribuire così alla sostenibilità dell’energia nucleare. Diversi Paesi in tutto il mondo stanno puntando sullo sviluppo di questi nuovi reattori. E noi non vogliamo che l’Italia rimanga di nuovo indietro, creando un gap sempre più difficile da colmare”.
Ma prima di tutto, però, occorre costituire uno schema legislativo che riapra all’atomo. E Pichetto dà appuntamento “a fine 2024” per la nuova legge delega che potrebbe far ripartire, o quantomeno porre le basi giuridiche per la ripartenza della produzione di energia nucleare in Italia. Il ministro promette “entro la fine del 2024” la presentazione di “una bozza di testo per la legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie nucleari sostenibili come gli Smr, Amr e microreattori”. “Tale disegno di legge-delega sarà quindi sottoposto al vaglio parlamentare nei primi mesi del 2025”, ha affermato Pichetto. Che ha aggiunto: “Per abilitare la produzione di energia tramite il nuovo nucleare sostenibile è necessario un quadro legislativo e normativo chiaramente definito. Nell’ambito della Piattaforma per un nucleare sostenibile sono già state definite una serie di proposte di revisione di aspetti essenzialmente autorizzativi, ma serve un riordino complessivo della normativa del settore, integrandola in un quadro unificato”. Il ministro ha dichiarato: “A questo scopo, ho dato mandato al Prof. Guzzetta, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico presso l’Università Tor Vergata di Roma, di coordinare un gruppo di lavoro con l’obiettivo di riordinare la legislazione di settore, definire le proposte legislative e un quadro delle azioni da intraprendere, che tengano conto dello sviluppo delle tecnologie nucleari innovative a livello globale e delle indicazioni delle agenzie internazionali, al fine di consentire la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile in Italia”.
La questione è dunque prima legislativa, per attivare il nucleare ci vuole una legge: “Per definire il contesto normativo e il sistema di governance finalizzato a supportare il programma di produzione nucleare sostenibile in Italia, oltre a prevedere specifiche deleghe per la filiera del Ccs, per lo sviluppo dell’idrogeno e per le bioenergie, nel quadro del Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine, abbiamo inserito un’apposita delega che prevede l’abilitazione della produzione di energia da fonte nucleare, le necessarie infrastrutture, il potenziamento delle risorse umane, la promozione di partenariati pubblico-privati nell’ambito dell’intero sistema nucleare, l’incentivazione di accordi internazionali e la creazione di un quadro finanziario stabile e sostenibile che sia in grado di promuovere investimenti privati nel settore nucleare”. Infine Pichetto Fratin ha spiegato a proposito del piano nucleare: “Il primo passo del gruppo di esperti è pertanto quello di presentare entro la fine del 2024 una bozza di testo per la legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie nucleari sostenibili come gli Smr, Amr e microreattori. Tale disegno di legge-delega sarà quindi sottoposto al vaglio parlamentare nei primi mesi del 2025. La delega e i decreti legislativi ad essa legati dovranno necessariamente riguardare anche l’intero sistema di governance, procedendo ad una revisione e a un riordino delle competenze e delle funzioni attualmente esistenti nel Paese”.