Attualità

Non è la Schlein la minaccia per la destra

di Giulia Sorrentino -


Non neghiamolo, per la destra queste elezioni regionali rappresentano un problema da dover arginare il prima possibile, perché i rumors esterni su presunte crisi si fanno sempre più incessanti e sappiamo bene quanto, invece, ci sia bisogno di stabilità. Una stabilità che, visti i due anni di un governo eletto dal popolo, in un modo o nell’altro, è stata trovata. Dire che “sono solo regionali” non fa bene in primis a questa maggioranza, che deve invece fare un’operazione consapevolezza: le sconfitte forgiano, oltre a dare il senso della misura ed eliminare quello dell’onnipotenza. Onnipotenza che però sembra avvertire la Schlein che, sulle pagine del Corsera, ci ripropone una versione moderna del “non ci hanno visto arrivare”. Ha cambiato la frase in “Meloni, stiamo arrivando” (poi vi chiedete perché la chiamo Heidi!). Se per la destra non sono solo regionali, la sinistra dovrebbe realizzare che non hanno vinto le politiche e che sono ben lontani anche solo da quel fumoso traguardo. Il motivo? Non c’è un progetto che vada oltre il campo largo che ancora non sappiamo se esista o meno. Anzi, tra poco forse non c’è nemmeno più Giuseppe Conte e, se dovesse essere spodestato dal fondatore del Movimento cinque stelle Beppe Grillo, non sappiamo quali saranno le sorti di quell’ormai 5%. Mentre lei cerca di capire cosa fare sulla politica nazionale, io mi chiedo quali siano le sue intenzioni gnoseologicamente parlando. Che cosa offre la sinistra oggi? Chi è il Pd? Per che cosa si batte quotidianamente oltre i diritti civili? Invece di provare a essere solo l’anti-Meloni, che alternative vengono proposte? Sarà un mio bias cognitivo, ma quello che temo di più non è la Schlein o la sinistra di oggi, bensì un partito di moderati e di centro che sta nascendo seppur sotto spoglie ancora non ben definite. Ecco, dovrebbe far più paura un Luigi Marattin, già consigliere economico di Matteo Renzi quando rivestiva la carica di presidente del Consiglio, che ha capito che può trovare il vero margine nei liberali e negli sfiduciati. È proprio lì che si giocherà la vera partita della politica, su cui sia la destra che la sinistra devono buttare un occhio senza sottovalutare nessuno, tantomeno un ex renziano che di politica ne ha fatta e che, a differenza della Schlein, non si è trovato lì per caso. Come non è un caso che proprio ora sia uscito con il libro La missione possibile. La costruzione di un partito liberal-democratico e riformatore (Rubbettino).


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