Esteri

“Non accadrà come nel 1917”: Putin, Lenin e la lunga guerra fratricida tra rossi e bianchi

di Cristiana Flaminio -

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Nel suo discorso alla nazione, Vladimir Putin ha citato quello che accadde nel 1917. E ha promesso che “non accadrà ancora”. La ferita di più di cento anni fa è ancora aperta. E, contestualmente, il presidente russo riesce a mandare messaggi anche ai nemici esterni.

Nel ’17, i bolscevichi guidati da Lenin diedero la spallata, definitiva, alla morente monarchia assoluta degli Zar di Russia. La rivolta di San Pietroburgo, con gli operai dei soviet a fraternizzare coi militari che, in teoria, avrebbero dovuto reprimerne la protesta, scatenò un domino di conseguenze che portò prima a un governo di unità nazionale, poi a una ferocissima guerra civile che si protrasse per molti anni ancora dopo la fine della Prima guerra mondiale. Che, per la Russia, finì prima: il governo di Lenin, nel ’18, firmò la pace di Brest Litovsk traendosi dal conflitto che aveva generato morte e scontento nel Paese. Per gli imperi centrali fu un sollievo, Germania e Austria Ungheria riversarono tra Francia e Italia le divisioni impegnate, fino a quel momento, sul confine orientale. Per la Russia, invece, fu l’inizio di una feroce guerra civile. Combattuta, per diversi anni, tra l’Armata Rossa di Lev Trotskij e gli eserciti bianchi di Denikin e dei cosacchi. Un conflitto violento, senza quartiere, che divise le famiglie e procurò lutti e divisioni che durano ancora oggi. La Russia conosce la guerra civile. E sa che non è augurabile. Putin ha voluto impegnarsi, con il suo popolo, a evitarne un’altra.

In tralice, poi, sembra scorgersi un’altra allusione. È un fatto che Lenin riuscì a tornare in Russia grazie al supporto che gli arrivò dalla Germania del Kaiser Guglielmo. Che intuì come la presenza del rivoluzionario potesse scompaginare il fronte interno del nemico aiutando la vittoria dell’esercito tedesco. Che Prigozhin sia un novello Lenin pare una bestemmia. Ma che possa innescare una guerra civile, questo lo temono tutti.


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