Politica

No vax, l’annullamento delle multe divide la maggioranza

di Giuseppe Ariola -


Che gli strascichi del Covid e delle rivendicazioni no vax si sarebbero trascinati a lungo era prevedibile vista la portata e le conseguenze – oltre che sanitarie, anche economiche e sociali – determinate dalla pandemia. Ma che addirittura alcuni degli aspetti più dibattuti di quella drammatica stagione potessero riflettersi sul governo attualmente in carica, insediatosi ben dopo la fine della fase emergenziale, non era così facilmente immaginabile. Eppure, il Covid ha fatto nuovamente irruzione nel confronto politico, ancora una volta a causa del discusso obbligo vaccinale imposto ad alcune categorie professionali e delle conseguenze per quanti non hanno provveduto a immunizzarsi. Motivo del contendere è la previsione inserita all’articolo 21 del decreto Milleproroghe in base alla quale le multe scattate a carico di chi non ha ottemperato a effettuare la vaccinazione sono da ritenersi annullate, così come tutti i procedimenti sanzionatori eventualmente ancora in corso. Per quanto riguarda invece chi una volta raggiunto dalle sanzioni ha anche provveduto a pagare la multa, a differenza di quanto inizialmente immaginato durante la stesura del Milleproroghe, si prevede che “restano acquisite al bilancio dello Stato le somme già versate, per sanzioni pecuniarie, alla data di entrata in vigore del presente decreto”. In sostanza, chi non ha pagato si potrà avvalere della cancellazione delle multe, per chi invece le ha saldate non cambia nulla. Se quest’ultimo aspetto in particolare sta facendo molto discutere, soprattutto tra medici e alcune associazioni per la tutela dei consumatori, per quella che viene considerata una disparità di trattamento nei confronti degli stessi no vax, divisi tra chi oltre ai vaccini si è opposto anche al pagamento delle multe e chi, invece, ha ottemperato al pagamento delle sanzioni, la nuova norma nel suo complesso non divide solamente maggioranza e opposizione, ma ha fatto irruzione tra gli stessi alleati di governo e, in modo più o meno marcato, anche nei singoli partiti. Tra i più scettici, per usare un eufemismo, spiccano alcuni esponenti di Forza Italia che già nella fase più acuta della pandemia si sono distinti per la propensione a introdurre l’obbligo vaccinale, come Licia Ronzulli, che propose la norma prima ancora che il governo di allora la introducesse, e Giorgio Mulé che ha detto a chiare lettere di non essere disposto a votare “l’amnistia delle multe”. Per il deputato azzurro e vicepresidente della Camera effettuare il vaccino era “un dovere morale e civico” anche per tutelare la salute altrui e fa un esempio: “È come passare col semaforo rosso: non si mette a rischio solo la propria vita ma anche quella degli altri”. Più dura Licia Ronzulli, secondo la quale “la violazione delle norme sanitarie da parte dei ‘no vax’ è stata uno schiaffo alle leggi dello Stato e, ancor peggio, un pericolo per la popolazione, soprattutto quella più fragile, esposta al rischio di contagio da chi, per motivi ideologici e antiscientifici, ha rifiutato il vaccino. Se quindi era già profondamente sbagliato continuare a prorogare la sospensione del pagamento delle multe, cancellarle è inaccettabile”. Circa l’impatto della norma sugli equilibri tra i partiti di governo, la vicepresidente del Senato ricorda che “quella dei ‘no vax’ era tutt’altro che una battaglia di libertà e spero che durante la discussione del Milleproroghe nelle aule parlamentari, la maggioranza se ne ricordi, tornando sui suoi passi”. Di contro però la Lega esulta per la novità contenuta nel Milleproroghe che viene difesa anche da Fratelli d’Italia. Il senatore Ignazio Zullo, che di professione fa il medico, pur convinto dell’utilità dei vaccini, difende la norma che definisce “giusta, oggi indispensabile e quanto mai accettabile”, ritenendo che “rimuovere la multa va inteso come gesto di clemenza, di pacificazione che va coniugato con una corretta informazione e formazione sui vaccini. Perseverare oggi con la multa significa mantenere un muro di separazione netta tra il sistema e i no vax”. Sul fronte delle opposizioni, si segnala una netta inversione di fronte da parte del Movimento 5 Stelle che all’epoca dell’introduzione dell’obbligo vaccinale aveva posizioni abbastanza controverse e divisive al proprio interno, mentre oggi accusa il governo di un “gravissimo assist al mondo antiscientifico”. Il Pd parla invece di un’offesa “per i morti di Covid”, mentre da Italia Viva Davide Faraone prova a far breccia tra le divisioni della maggioranza provocando Forza Italia. “Il partito di Tajani – dice il capogruppo di Iv alla Camera – ha finalmente l’occasione per dimostrare che non si limita sempre e solo alle chiacchiere ma fa quel che dice”.


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