Teheran e Washington stanno dialogando per arrivare ad un “cessate il fuoco politico” che scongiuri l’escalation. A riportare la notizia è il New York Times citando tre alti funzionari israeliani, un americano e diversi iraniani, coperti dall’anonimato. La “moneta di scambio” ha la forma di “intese non scritte per frenare l’ulteriore arricchimento dell’uranio in cambio dello scongelamento dei beni”.
Agli iraniani viene chiesto di non arricchire l’uranio oltre il suo attuale livello di purezza del 60%, di cooperare maggiormente con gli ispettori nucleari delle Nazioni Unite, fermare “i gruppi terroristici per procura” dall’attaccare appaltatori statunitensi in Iraq e Siria, evitare di fornire alla Russia missili balistici e liberare tre americani-iraniani detenuti nella Repubblica islamica.
In cambio, scrive il NYT, gli Usa garantiscono di non inasprire le attuali sanzioni economiche, di sbloccare miliardi di beni iraniani all’estero dietro la garanzia che il denaro venga utilizzato solo per scopi umanitari e di non adottare risoluzioni punitive contro la Repubblica islamica alle Nazioni Unite. L’intesa, secondo due dei tre funzionari israeliani, sarebbe “imminente”.
Ali Vaez, direttore dell’International Crisis Group per l’Iran, ha affermato che “niente di tutto ciò mira a raggiungere un accordo rivoluzionario” e che i negoziati mirano a mettere “un coperchio su qualsiasi attività che oltrepassi una linea rossa”. “L’obiettivo è stabilizzare le tensioni”, ha sottolineato Vaez.