Attualità

Netanyahu come Erode: a Gaza muoiono altri bambini

di Dino Giarrusso -

EDITORS NOTE: Graphic content / A girl watches as people mourn near the bodies of their relatives, killed in an Israeli strike, at the Indonesian Hospital in Beit Lahia on April 17, 2025. Gaza's civil defence agency said on April 17 that Israeli air strikes hit multiple encampments for displaced civilians, killing at least 25 people as it pressed its unrelenting military offensive in the Palestinian territory. (Photo by BASHAR TALEB / AFP)


A Gaza un bambino palestinese disabile, che deve dormire in tenda poiché i bombardamenti gli han distrutto la casa, viene bruciato vivo quando anche le tende dove era rifugiato vengono attaccate. Un bambino disabile bruciato vivo, non so se è chiaro a chi legge. Con lui, nelle sole 24 ore fra giovedì e venerdì, sono stati uccisi altri 15 bambini, in quelle tende. Questo è ciò che sta facendo Netanyahu contro esseri umani innocenti e indifesi. Questo purtroppo è ciò che sta facendo Israele. Scriverlo, ricordarlo, denunciarlo, non significa essere antisemita, ma al contrario significa testimoniare il profondissimo, massimo rispetto che è dovuto al grande popolo ebraico e alle persecuzioni indegne che ha subito, ai lutti, all’orrore che milioni di ebrei senza alcuna colpa hanno vissuto, alle inumane torture che sono e resteranno sempre una ferita per l’intera umanità.

Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef, ha scritto su X che le ultime 24 ore a Gaza sono state letali per i bambini. Ha poi aggiunto “Le immagini di bambini che bruciano mentre si rifugiano in tende di fortuna dovrebbero scuotere tutti noi nel profondo“. Sembra scontato, ma non lo è. Non a caso Russell usa il condizionale: non dice devono, dice dovrebbero. È un condizionale triste, amarissimo, osceno. Perché racconta una verità altrettanto oscena, cioè gli inaccettabili distinguo che una parte rilevante dell’occidente si permette di fare quando a morire bruciati sono bambini palestinesi, e quando a bruciarli è l’esercito israeliano. È una vergogna, una schifosa mancanza di coscienza (umana, sociale, politica) che dovrebbe farci indignare ogni giorno, ogni minuto. Abbiamo dovuto usare il condizionale pure noi, con eguale e consapevole tristezza. Perché in Italia, come e più che nel resto dell’occidente, va di moda -in ambienti politicamente  trasversali- la rimozione sui crimini di Israele contro i civili palestinesi, accompagnata dall’accusa pavloniana di antisemitismo per chiunque racconti fatti incontrovertibili, e da quella persino più squallida di “giustificazione del terrorismo” per chi condanna queste continue violazioni del diritto internazionale di cui regolarmente Netanyahu si macchia. C’è un incessante (e purtroppo mediaticamente efficace) lavoro che vuol attribuire ad Hamas le colpe di queste morti. Hamas è un’organizzazione terroristica infame, quel che ha fatto il 7 ottobre 2023 è di una gravità assoluta, è indegno, è terrificante. Ma cosa c’entra quell’orrore con l’uccidere migliaia di bambini e adulti innocenti, 18 mesi dopo quell’attacco terroristico? Durante un talk show siamo stati costretti ad ascoltare un altro ospite -un professore universitario, non l’ultimo degli scemi- che sosteneva la gravità della “guerra genocidaria che Hamas sta conducendo contro Israele”, negando la terribile realtà, cioè ignorando di proposito la guerra che Israele sta combattendo fuori da ogni regola del diritto internazionale contro una popolazione inerme che si vede bombardati gli ospedali, le case e appunto persino le tende dove sono rifugiati bimbi innocenti. Sempre l’Unicef, che non ci risulta essere né antisemita né filoterrorista,  racconta con la freddezza dei numeri quel che è successo negli ultimi giorni: “Dall’interruzione del cessate il fuoco il 18 marzo scorso, circa 600 bambini di Gaza sono stati uccisi e oltre 1.600 feriti. Tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto umanitario internazionale. Proteggere i civili. Facilitare gli aiuti. Rilasciare gli ostaggi. Ripristinare il cessate il fuoco”. Secondo stime di osservatori internazionali indipendenti, i minori uccisi dall’esercito israeliano dopo il 7 ottobre sarebbero oltre 18mila.

Noi ancora ci chiediamo perché su queste cose si scelga di discutere e cavillare, quando invece l’unica cosa giusta sarebbe la condanna unanime di tutti gli atti criminali, chiunque li commetta, si chiami Hamas, Israele, Russia o Arabia Saudita (la guerra In Yemen è un altro dramma che in modo subdolo e vigliacco  l’Occidente finge di non vedere). Invece condanna unanime non arriva, l’Europa non sanziona Israele, e per una volta che l’opposizione in Italia trova una linea unitaria (il riconoscimento dello Stato di Palestina richiesto congiuntamente da M5S, PD, AVS e +Europa), è dalla stessa opposizione (esponenti del PD come Fiano) che arrivano le critiche e i distinguo. Sarebbe bello e auspicabile, invece, che su questo si unisse tutto l’arco parlamentare, da FdI fino all’estrema sinistra, chiedendo il ripristino della civiltà e dell’umanità.

Se a Gaza accadono (da un anno e mezzo) cose disumane, forse siamo un po’ disumani anche noi, tutti.


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