Nella ricerca senza animali l’uso di culture cellulari umane
PRESIDIO DI COMITATO ETICO TUTELA ANIMALI E AMBIENTE CONTRO LA VIVISEZIONE DEGLI ANIMALI NEI LABORATORI MANIFESTAZIONE PROTESTA ANIMALISTA ANIMALISTI AMBIENTALISTA AMBIENTALISTI IN PIAZZA DUOMO SCIMMIA DI PELUCHE
La battaglia culturale e scientifica contro l’utilizzo di animali nella sperimentazione, grazie a colture cellulari di origine animale, mini-organi e chip multi-organi per sviluppare metodi alternativi affidabili è arrivata a un punto importante. Sono sempre più numerosi gli scienziati che grazie a organi umani miniaturizzati sono in grado di creare le condizioni in laboratorio per una ricerca etica con risultati sempre più apprezzabili, considerando che i risultati forniti dalla ricerca con la vivisezione non sempre sono affidabili. Il mondo animale per la ricerca ha concreti limiti che sono sempre più colmati dalla ricostruzione in vitro di modelli di organi umani che da un lato permette di superare il problema di specie e dall’altro lato lavorando su materiale umano ancorché replicato in laboratorio consente di ricreare le condizioni ottimali per risultati farmacologici personalizzati ed efficaci.
CHIP UMANO
Va considerato, come più volte abbiamo sottolineato in questa rubrica, che una parte della comunità scientifica – dipende molto dagli ambiti sperimentali – ritiene non ancora affidabile la ricerca alternativa all’uso delle cavie, perché per alcuni interrogativi posti dalla scienza va tenuto conto dell’interazione di diversi organi. Di conseguenza solo l’uso di un organismo vivente completo com’è quello animale, permette risultati che ribaltati sul piano farmacologico risultano affidabili. In realtà, sottolinea ad esempio la biochimica Tamara Zietek dell’organizzazione “Medici contro la sperimentazione animale”), la ricerca sperimentale che si appoggia ai mini-organi già adesso consente soluzioni così innovative i cui riscontri empirici sono concreti in ambito farmacologico. “L’interazione tra gli organi umani nel corpo – afferma pubblicamente la studiosa – è riprodotta in laboratorio con l’aiuto dei cosiddetti chip multi-organi”. Sono così simulati il corpo umano e la circolazione sanguigna da consentire l’immissione di medicamenti che arrivano in ogni mini-organo sul chip. Tra l’altro, osserva sempre la studiosa, “dopo un primo esperimento il bio-chip può di nuovo essere attrezzato con organoidi per essere riutilizzato in teoria all’infinito”.
RICATTO
Com’è noto la legge prevede che una volta completata la sperimentazione animale si passa alla sperimentazione sull’uomo prima che il farmaco venga messo in commercio. Ma come evidenzia Stefano Cagno, la cui posizione è nota contro la sperimentazione animale, si assiste a quello che nei fatti è un ricatto morale “tra il sacrificio degli esseri umani e animali per convincere della validità della sperimentazione animale”. Lo studioso è solito osservare che la metà dei farmaci che viene ritirata dal mercato a causa delle reazioni avverse sugli animali funziona perfettamente. Dunque, la sperimentazione animale comunque rappresenta un grande azzardo sul piano scientifico perché può succedere che sostanze che funzionano nell’uomo non succede altrettanto negli animali. Di qui l’affermazione che “la vera scienza non usa animali” come più volte hanno dichiarato Federica Nin e Davide Nicastri nel libro in cui si osserva che “gli esseri umani hanno metabolismi così diversi in ogni fase delle vita, figuriamoci quanto sono diversi i metabolismi animali raffrontati a quelli umani”.
MINISTERO
La riprova di questo ragionamento è che lo stesso ministero della Salute, in una comunicazione ufficiale del 21 settembre 2015, scrive che “occorre infatti che ogni principio attivo sia studiato sulla specie animale a cui è destinato con indicazioni e posologie accuratamente sperimentate per ognuna di esse, tenuto conto dei diversi metabolismi e di conseguenza della differente farmacodinamica e farmacocinetica”. Pertanto, sempre più professionisti del mondo scientifico, giuridico ed etico-filosofico dopo avere approfondito queste tematiche che hanno importanti riflessi sulla ricerca, giungono alla conclusione che “la sperimentazione animale non è più necessaria perché esistono alternative – dagli organoidi ai chip multi-organo – i cui risultati già oggi sono in grado di pervenire a dimostrazioni scientifiche pienamente affidabili”.
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