Negoziati Doha: Biden vede vicina la svolta, Hamas lo gela
Intesa sì, intesa no. Per gli Usa e Israele è vicina, per Hamas è ancora lontana. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha esortato tutte le parti a non “minare” i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza. Secondo Biden, “un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi è in vista” e “nessuno nella regione dovrebbe prendere azioni per minare questo processo”.
“Ho parlato separatamente con Amir Sheikh Tamim (Qatar) e il presidente Sisi (Egitto) per rivedere i significativi progressi compiuti a Doha negli ultimi due giorni di colloqui, ed hanno espresso il forte sostegno del Qatar e dell’Egitto alla proposta degli USA come mediatori in questo processo”, ha aggiunto il presidente Usa.
Israele ha confermato i passi in avanti di cui ha parlato l’inquilino della Casa Bianca. I funzionari israeliani citati dal sito Walla, hanno riferito che durante i faccia a faccia i negoziatori israeliani sono riusciti a colmare le lacune sui punti critici rimanenti con i mediatori. A differenza dei precedenti cicli, il premier Benjamin Netanyahu ha concesso ai suoi incaricati un ampio margine di manovra, stando ad un funzionario statunitense rimasto anonimo.
Ottimista si è dichiarato anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme: “Credo che in questo momento ci siano le condizioni migliori perché si raggiunga un accordo. Naturalmente ci sarà sempre chi rema contro, gli ostacoli non mancano, ma credo che siano maturate le condizioni perché si possa finalmente concludere questa fase della guerra e quindi di conseguenza anche allontanare un’escalation, un allargarsi del conflitto con l’intervento diretto dell’Iran e l’estendersi della guerra anche in Libano. Ripeto, sono tante le difficoltà, ma credo che ci sia uno sforzo imponente anche da parte, non solo dei mediatori, ma anche degli Stati Uniti, di chiudere questa situazione. Le prospettive fanno ben sperare”.
Il cardinale, pur vedendo degli spiragli di luce, ha invitato tutti a non cedere alle facili illusioni: “Non dobbiamo farci illusioni. Il conflitto non è ancora finito; lo vediamo molto bene a Gaza con i continui bombardamenti, con la tragedia che è sotto gli occhi di tutti e che ci lascia sempre senza parole”.
Gelida la reazione della controparte palestinese. Un dirigente di Hamas ha definito “un’illusione” quella di Joe Biden.
Da Gaza passa gran parte della stabilità dell’intera regione. Per il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, la prosecuzione del conflitto nella Striscia rischia di alimentare il “circolo vizioso e pericoloso dell’instabilità” regionale.
“Dobbiamo cogliere l’opportunità offerta dai negoziati in corso per raggiungere un accordo che metta fine allo spargimento di sangue”, ha detto al-Sisi al capo della diplomazia francese, Stéphane Séjourné, alla sua ultima tappa di un tour che lo ha portato in Libano, in Israele e nei territori palestinesi. I mediatori, Stati Uniti, Egitto e Qatar, intendono tenere una nuova sessione di incontri prima della fine di questa settimana settimana al Cairo con i rappresentanti di Tel Aviv e del gruppo islamista palestinese. Il prossimo appuntamento si basa su una proposta presentata da Washington.
Gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata “rischiano di compromettere gli sforzi diplomatici in corso”. Il monito è arrivato dai ministri degli Esteri francese, Stéphane Séjourné e dal suo omologo britannico, David Lammy. I due ministri hanno condannato “con forza” la violenza dei coloni, che a loro avviso “minaccia la sicurezza di israeliani e palestinesi”. In particolare, hanno fatto riferimento all’assalto al villaggio palestinese vicino alla città di Kalkiliya. Un uomo palestinese di 23 anni è stato sparato, un altro è stato ferito gravemente. Diverse le proprietà danneggiate e i veicoli incendiati.
Nel frattempo, si aggrava il bilancio dell’offensiva militare israeliana nell’enclave. Il numero dei morti è salito a 40.074, quello dei feriti a 92.537.
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