Esteri

Nato e Ue agitano lo spettro della guerra mentre Russia e Usa trattano per la pace

di Ernesto Ferrante -


Mark Rutte e Donald Tusk hanno contribuito ad alimentare un clima di psicosi e di paura per giustificare il riarmo dell’Europa in funzione anti-russa. Il Segretario generale della Nato oggi parteciperà a un incontro in Francia della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prenderà parte al summit.

L’appuntamento di ieri a Varsavia e quello odierno a Parigi vanno nella direzione della guerra, mentre Usa e Russia lavorano alla pace. Mosca e Washington sono in contatto per i gasdotti Nord Stream. A rivelarlo è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha chiesto agli Stati Uniti di fare pressione sui leader europei affinché accettino le forniture di gas russo.

“Ci sono discussioni sui Nord Stream. Sarebbe probabilmente interessante se gli americani usassero la loro influenza sull’Europa e la facessero smettere di rifiutare il gas russo. Ma questo suona già surreale”, ha aggiunto Lavrov.

Il Segretario Generale della Nato ha avvertito la Russia che l’Alleanza sarà sempre al fianco della Polonia o di qualsiasi altro membro e che la sua reazione ad un attacco sarà “devastante”.

“Se qualcuno dovesse sbagliare i calcoli e pensare di poterla fare franca con un attacco alla Polonia o a qualsiasi altro alleato, si scontrerà con la piena forza di questa feroce alleanza. La nostra reazione sarà devastante. Questo deve essere molto chiaro a Vladimir Vladimirovich Putin e a chiunque altro voglia attaccarci”, ha affermato Rutte.

Dopo aver ammesso l’influenza limitata sui negoziati per il cessate il fuoco, tra russi e ucraini, il premier polacco Donald Tusk ha dichiarato che “dobbiamo essere ancora più preparati, come Nato, come Polonia, per affrontare degli scenari che non sono stati scritti da noi al cento per cento”.

Tusk ha sottolineato l’importanza della “garanzia dell’articolo 5, garanzia di ‘uno per tutti, tutti per uno’ che rimane in vigore”. Ringraziamento a Rutte per “l’inequivocabile sostegno e interesse per un progetto che è molto importante per la Polonia, per l’Europa, per l’intera Nato, vale a dire lo Scudo orientale: come Polonia, ci assumiamo la piena responsabilità della sicurezza del confine orientale della Polonia, ma anche dei nostri partner europei e della Nato”.

La Commissione europea ha preso atto dei colloqui tra Stati Uniti, Ucraina e Russia sulla sicurezza della navigazione nel Mar Nero, ma “giudicherà la Russia in base alle sue azioni, piuttosto che alle sue parole”, ha fatto sapere la portavoce dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Anitta Hipper.

Il governo italiano continua a marcare la sua distanza dalla linea interventista del presidente francese Emmanuel Macron. Nella riunione dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni sull’Ucraina, è stato ribadito che “non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”.

Al vertice hanno preso parte il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani (in video collegamento), il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Meloni confermerà tale posizione nella capitale transalpina.

A Palazzo Chigi è stato “affrontato il tema dell’attuazione e del monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il Governo italiano sostiene da tempo”.

“L’Ucraina ha bisogno di un contributo ‘serio’ dall’Europa con truppe pronte a combattere, e non di peacekeeper”, ha detto alla Agence France Presse Igor Zhovkva, alto negoziatore ucraino. “Non abbiamo bisogno di una semplice presenza per dimostrare che l’Europa è presente. Non è la quantità che conta, è anche la loro prontezza a combattere, la loro prontezza a difendersi, la loro prontezza a essere equipaggiati e la loro prontezza a capire che l’Ucraina è una parte inevitabile della sicurezza europea”, ha concluso Zhovkva.


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