Nasce zoppa la manovra Ue per evitare altri Qatargate
Andrea Cozzolino, uno degli europarlamentari coinvolti nel Qatargate
Come evitare altri Qatargate? “Le storie di lobbisti che elaborano leggi vitali, di commissari che passano per le porte girevoli e di politici corrotti che nascondono sacchi di denaro sotto il letto devono finire. Il nuovo organismo etico dell’Ue rappresenta un primo passo rivoluzionario per far rispettare meglio le regole per i politici, combattere la corruzione e proteggere l’integrità delle istituzioni dell’Ue”. Lo ha detto l’eurodeputato tedesco Daniel Freund, relatore del gruppo Verdi/Ale sull’organismo interistituzionale dell’Ue per gli standard etici, sul quale oggi ha votato l’Aula a Strasburgo. La spinta decisiva è venuta dall’indagine sul cosiddetto Qatargate, condotta dalla Procura federale belga per presunti fatti di corruzione volti a influenzare le istituzioni Ue.
La manovra, però, votata a maggioranza con 301 voti favorevoli, nasce zoppa e spacca il Parlamento, oltre agli stessi gruppi. Tra i 216 voti contrari, c’è la grande maggioranza del Ppe (una ventina di popolari, soprattutto nordici, hanno votato a favore), del gruppo Ecr e di Identità e Democrazia. Favorevoli l’S&D (con poche eccezioni), Renew, Verdi/Ale e Sinistra. Gli italiani presenti si sono schierati in maggioranza contro: in 25 hanno votato a sfavore (4 di Fdi, 12 della Lega – il partito guidato da Matteo Salvini ha rilevato nella risoluzione “ancora calunnie e fake news sulla Lega, accuse infamanti mai dimostrate, ma soprattutto smentite dalle stesse autorità italiane e rivelatesi una montatura. Singolare che forze che hanno vissuto da vicino il Qatargate, il più grande scandalo di ingerenze e corruzione nella storia delle istituzioni Ue, usino due pesi e due misure e oggi sfruttino questo tema per colpire gli avversari politici. Ennesima conferma di una maggioranza inadeguata, che va cambiata alle prossime elezioni”- , 2 dei Non Iscritti, Andrea Cozzolino e Laura Ferrara, sei del Ppe e una dell’S&D). In 14 hanno votato sì: 4 M5S, un non iscritto, 3 di Renew, 4 del Pd e 2 dei Verdi/Ale.
L’accordo è stato raggiunto tra il Parlamento, il Consiglio, la Commissione, la Corte di Giustizia, la Banca Centrale Europea, la Corte dei Conti europea, il Comitato Economico e Sociale Europeo e il Comitato Europeo delle Regioni. Ma i deputati hanno espresso delusione circa la riluttanza del Consiglio a consentire all’organismo di coprire almeno i rappresentanti a livello ministeriale dello Stato membro che detiene la presidenza del Consiglio.
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