Via Kvara, ecco Okafor: Adl contestato a Napoli
Napoli, Kvara: punto e a capo. Aurelio de Laurentiis finisce nel mirino dei tifosi. Colpa del calciomercato, come al solito. Il club azzurro ha ceduto l’idolo georgiano Kvicha Kvaratskhelia, tra assurde accuse di tradimento dopo un defatigante tira e molla per un rinnovo che non è mai arrivato. In cambio, i tifosi, si attendevano un sostituto all’altezza, almeno potenzialmente, del campione simbolo della stagione favolosa che riportò in riva al Golfo lo scudetto. Invece, dopo una ridda di nomi più o meno altisonanti, ma in rigoroso de-crescendo delaurentiisiano, da Garnacho a Saint-Maximin, è arrivato Noah Okafor. Un buon giocatore, intendiamoci. Ma non proprio il coup de theatre che i tifosi si aspettavano per rimpinguare la pattuglia a capo della quale Antonio Conte sta tentando, fuori da ogni pronostico, di dar la caccia al quarto scudetto azzurro. La delusione è palpabile e l’account di X del presidente del Napoli, che ha pubblicato un post in cui ha dato il benvenuto al calciatore proveniente dal Milan, è stato letteralmente preso d’assalto dai tifosi inferociti e delusi. Kvara, al Psg, è già lontano e Napoli teme che la squadra, non rafforzata, possa perdere la sfida delle sfide contro l’Inter.
Se Napoli piange, il Torino non c’ha proprio nulla da ridere. Il mese di mercato di riparazione dei granata è stato quello della soap attaccante. Con Zapata infortunato, la truppa di Vanoli aveva bisogno di un bomber affidabile che capitalizzasse le azioni da gol regalando al Toro punti su punti per stabilizzare la sua classifica. La telenovela è finita con l’arrivo, a Torino, di Amine Salama. Proveniente dal Reims, in Ligue 1, ha 25 anni e non vanta uno score da sfondatore di reti: a fronte di circa 80 partite giocate da professionista ha segnato solo cinque gol. Lo sconforto dei tifosi granata, che ormai da anni chiedono a Urbano Cairo di fare le valigie, è sfociato nel solito parossismo social. C’è chi gioca sui nomi del passato, tra vecchi campioni e bidoni conclamati degli anni che furono. C’è chi si dispera, chi tenta di guardare il bicchiere mezzo pieno. La realtà è triste, e amara. La Serie A non è più quella di una volta. E lo sappiamo, il guaio è che per guardarla, però, si chiedono prezzi esosi.
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