Napoli dopo Diego trent’anni vissuti pericolosamente
di ANDREA PREMOLI
La scaramanzia si arrende alla matematica; il momento tanto atteso dai napoletani è arrivato e la parola ‘SCUDETTO’ può finalmente essere pronunciata. Anzi, gridata !
Sono passati 33 anni dall’ ultima volta quando nel 1990 Maradona riuscì, per la seconda volta nella storia, a cucire il tricolore sulla maglia azzurra.
Da allora gli alti e bassi per il Napoli sono stati all’ordine del giorno. Dopo le annate magiche con il pibe de oro a guidare i partenopei infatti, nel 1998 arrivò la retrocessione in serie B; nulla in confronto però a quanto accadde nell’ estate del 2004 quando, causa risultati negativi sia finanziari che sportivi, venne dichiarato il fallimento.
Come spesso accade nelle migliori storie sportive però, è proprio quando si tocca il fondo che bisogna trovare la forza di tornare in alto, e grazie all’acquisizione della società da parte di Aurelio De Laurentiis, il club campano dopo due stagioni in serie C, tornò in Serie A nel 2007. Da allora è stato tutto un crescendo; nel 2011 gli azzurri tornarono a risentire la musica della champions, riuscendo anche ad alzare nelle stagioni successive tre Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana.
Lo scudetto era dunque l’ unico trofeo mancante. Nonostante le premesse di inizio stagione non fossero delle migliori, viste le numerose contestazioni dovute ad una sessione di mercato estiva che aveva visto gli addii di diversi leader come Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabiàn Ruiz, gli uomini di Spalletti hanno letteralmente dominato il campionato di Serie A esprimendo un calcio in grado di ottenere, oltre che riconoscimenti da ogni parte del mondo, anche un altro risultato storico come i quarti di finale di Champions League.
La coppia che più ha scatenato l’ entusiasmo della gente è stata sicuramente quella formata da Oshimen e Kvaratskhelia, ma non possono essere dimenticati giocatori come Lobotka, Zielinski, Di Lorenzo, Kim e Meret, portiere sul punto di partenza fino all’ ultimo giorno del mercato estivo.
Dell’ alchimia perfetta tra questi calciatori però Spalletti ed il suo staff non sono gli unici responsabili, infatti a completare il terzetto insieme all’ allenatore toscano e a De Laurentiis c’è anche Cristiano Giuntoli, direttore sportivo dei partenopei dal 2015, che ha il merito di aver sostituito giocatori rinomati a livello globale con calciatori giovani e non ancora affermati, creando così anche l’opportunità per il club di generare plusvalenze in caso di future cessioni.
Pino Daniele cantava ‘Napule e’ mille colori’, la realtà però è che in queste ore la città è più azzurra che mai. Sembra di essere tornati indietro a qualche mese fa, quando per le vie di Buenos Aires si festeggiava la vittoria del mondiale in Qatar; del resto il feeling speciale tra la città partenopea e l’Argentina è innegabile. La coincidenza infatti vuole che l’ultima volta in cui Napoli riuscì ad alzare lo scudetto al cielo, nel 1987, lo fece esattamente l’ anno dopo che l’Argentina tornò sul tetto del mondo.
Insomma, in una terra romantica come quella partenopea è giusto poter credere che Diego dall’alto sia riuscito ancora una volta a vegliare sui due suoi più grandi amori.
Una storia come questa potrebbe tranquillamente essere la trama di un film, e conoscendo il presidente del Napoli non sarebbe neanche difficile trovarne il produttore; come spesso accade nel mondo cinematografico però il sequel non ha sempre lo stesso successo del primo capitolo. Non ci resta dunque che aspettare cosa Spalletti e i suoi ragazzi saranno in grado di fare nelle prossime stagioni, consapevoli però di avere già un posto riservato nella storia del calcio italiano e nei cuori di milioni di tifosi.
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