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PAROLA MIA – Musk, le prediche sui figli e quel cane di nome Piero

di Francesca Albergotti -

US tech entrepreneur Elon Musk, owner of Tesla, SpaceX and X, during the political event organized by Fratelli d'Italia 'Atreju 2023 Welcome Back Italian Pride,' in the gardens of Castel Sant'Angelo, Rome, Italy, 16 December 2023. ANSA/ANGELO CARCONI


Ci mancava il multimiliardario predatore di litio con corredo di 11 figli ad allarmarci sul rischio di scomparire come paese se non ci rimettiamo, e presto, a fare figli. Questi debbono essere proprio “italiani”, gli altri nati qui non contano in quanto parrebbe che l’integrazione sia un processo irrilevante agli occhi pur astuti del proprietario di X e quindi ‘sti bambini non possono rappresentare un fattore di interesse per la protezione della nostra identità. A parte che queste ramanzine paternalistiche fatte da uno che è nato in Sudafrica, ha cittadinanza canadese ed è naturalizzato statunitense pare per lo meno bizzarro, oltre a questo Elon ha chiamato un figlio, e con un certo orgoglio, XAI A 12.

La spiegazione se mai qualcuno ne fosse incuriosito è la seguente: X rappresenta la variabile sconosciuta perché indipendente, AI, in onore di un videogioco di cui vanno pazzi sia papà che mamma, significa amore e o intelligenza artificiale, mentre A-12 è il modello di un aeroplano militare, citato come modello “forte in battaglia ma non violento”. La crasi è ben illustrata dalla madre del bimbo attraverso X proprietà di famiglia, madre che è una cantante battezzata dai genitori Claire che ha scelto bensì di farsi chiamare Grimes (tradotto in italiano sudiciume) oltre a dichiarare serenamente che lei “morirà su Marte”.

Per fortuna non necessita esegesi il più comprensibile nome dell’altro erede Musk, semplicemente Techno Mechanicus. Insomma, come è possibile che quest’uomo, pur ricco che sia, venga invitato e interpellato come fosse un maestro spirituale, un ispiratore pronto a darci profezie sulla sopravvivenza del nostro paese e della nostra identità? Almeno qualcuno si è premurato di mettere al corrente questo imperatore dei nerd quanto sia complicato non tanto fare, ma crescere figli in questo paese?

Lo sa che i nostri Tommaso e Giulia, ma anche Chanel e Oceano a dar prova della nostra apertura mentale pur imparagonabile a quella della famiglia Musk, nascono in un paese dove ci sono 27 posti in asilo nido ogni 100 bambini? E che gli eroici genitori che si accaparrano un posto, nonostante i bonus volenterosi del ministro Roccella, in caso abbiano un Isee superiore a 40.000€ devono spendere una media di 600€ al mese per sei ore al giorno per 5 giorni alla settimana con un extra di 200€ per prolungamento di orario?

La cantante Grimes allenata a volare “no commercial” se non addirittura su un razzo per raggiungere Marte magari non si è mai barcamenata fra affollatissimi metro e autobus per arrivare sudata e distrutta al lavoro dopo aver lasciato il bambino a scuola, appena in tempo per essere redarguita dal “capo” per il ritardo, non sa nulla di nonni che bramavano la pensione sono invece costretti a rimanere rimbecilliti di fronte al televisione a guardare la baby dance per accontentare i nipoti fino a che uno dei genitori non li preleva. Elon il visionario fantasioso ha una vaga contezza di quanti lavoratori precari o partite iva italiani decidano di non fare figli perché temono che non potrebbero dar loro nessuna sicurezza?

E poi, delle sue varie mogli Musk nessuna ha osato dirgli “No, figli non ne voglio caro, piuttosto facciamo un weekend di cosplay… io mi vesto da Kairi Kingdom e tu da Sephiroth“. Forse no, forse Elon nella sua “visione” le donne le preferisce “fattrici” che “attrici”. I dati sul tasso di natalità in Italia sono impressionanti, e lo sappiamo benissimo, senza bisogno delle prediche del saputello. Impressionanti e altrettanto prevedibili, tuttavia quello che dimentichiamo in preda al terrore di rimanere senza soldi per le pensioni è che dal 1900 al duemila la popolazione mondiale è balzata da 1 miliardo e mezzo di esseri umani a 6 miliardi, e l’attuale crescita media del 2% annuo è una specie di aberrazione demografica anomala e irripetibile resa possibile non tanto dal “baby boom” quanto dal crollo della mortalità.

Nel 2017 l’Onu aveva previsto lo “human peak“ nel 2050 con 10 miliardi di persone che avrebbero raggiunto gli 11 miliardi nel 2100. Per fortuna le attuali proiezioni smentiscono i dati e evidenziano per la prima volta una decelerazione stimando il picco nel 2064 con 9,7 miliardi di esseri umani sulla terra. Da quel momento comincerà il declino che per molti paesi significherà recessione demografica fino a che non ci assesteremo a un nuovo e più basso livello stazionario, ma a quel punto tutto sarà diverso, e dovremo prendere atto del fatto che l’assunto che la popolazione debba espandersi indefinitamente si è spezzato.

Significherà però meno emissioni, riduzione della spesa pubblica e delle spese per il welfare, se l’aumento esorbitante della popolazione ha portato alla complessità di organizzazione del mondo, la decelerazione potrebbe diventare un’opportunità. Intanto noi, che la nostra identità l’abbiamo plasmata in secoli di storia fino a farla diventare unica e inconfondibile anche grazie alla straordinaria capacità di assimilare ed elaborare usi e costumi di molteplici invasori e ospiti continueremo a fare pochi figli, piuttosto ci prendiamo un cane, e lo chiamiamo Piero


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