La premier Giorgia Meloni riceve alla Ziegfeld Ballroom di New York il 'Global Citizen Award 2024' dell'Atlantic Council da Elon Musk "per il suo ruolo pionieristico di prima donna capo di governo in Italia, il suo forte sostegno all'Unione Europea e all'alleanza transatlantica nonché per la sua presidenza del G7 nel 2024", 24 settembre 2024. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI +++ NPK +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++
Facciamocene una ragione: Elon Musk “incombe” sull’Italia. E, probabilmente, Starlink arriverà nel nostro Paese a prescindere dalle barricate che parte della politica ha già provveduto a issare contro il tycoon. Se per l’Italia tutta forse è ancora presto, con ogni probabilità la “carica” dell’internet satellitare partirà dalla Lombardia. Che ha un grosso problema da risolvere, come il resto del Paese: la copertura digitale dell’intero territorio.
La vicenda è stata innescata dal tweet dello stesso Musk che ha scatenato una ridda di polemiche. “Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata”. Apriti cielo. L’avanzata annunciata da Elon è stata accolta dalla fuoco di fila dei democratici che temono di consegnare il Paese a un imprenditore straniero sul fronte delicatissimo delle infrastrutture digitali. La polemica, condita dai numeri (per gli esponenti del Pd, che citano le indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, sarebbe pronto un contratto da 1,5 miliardi), ha costretto la presidenza del consiglio a spedire la palla in tribuna: “Non sono stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati”. Lunedì inoltre, pure dall’Ue è giunta una comunicazione dello stesso tenore che conferma, di fatto, le parole di smentita piovute da Palazzo Chigi: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalle autorità italiane – ha dichiarato Thomas Regnier, portavoce della Commissione europea per la Sovranità digitale – l’Italia è uno Stato sovrano e può concludere accordi”. Insomma, caso chiuso e tutti a casa. Invece no. Perché il caso si è arricchito di un altro capitolo, sempre via social. Il vicepremier Matteo Salvini ha taggato in un post su X lo stesso Elon Musk, da lui definito “figura di spicco dell’innovazione globale”. Per il ministro ai Trasporti, un accordo con Space X e Starlink “non sarebbe una minaccia ma un’opportunità” affermando che “il governo si muoverà in questa direzione perché fornire un servizio migliore ai cittadini è un dovere”. Lo stesso Musk, poi, ha risposto a Salvini: “Sarà fantastico e tanti altri Paesi in Europa chiederanno di saperne di più”. La vicenda, per tutta la giornata di ieri, s’è snodata lungo le arterie della polemica politica. Fino a che, nel pomeriggio, il Sole 24 Ore ha fatto sapere che la Regione Lombardia ha intenzione di pubblicare un bando, a cui Space X intende partecipare, per portare la banda ultra larga in quelle zone che sono rimaste fuori dalla digitalizzazione. In pratica, ci si dovrà affidare ai satelliti di Elon Musk per coprire le aree in Italia in cui il mercato tradizionale dei fornitori di servizi ha sostanzialmente fallito. Già, perché il problema, come in Lombardia, c’è in tutto il Paese. Il piano della banda ultralarga è rimasto confinato alle cosiddette aree nere, quelle a più alta presenza di utenti. In pratica, la Bul c’è ma nelle grandi città e lentamente, troppo rispetto agli ambiziosi progetti avviati negli anni scorsi, nelle piccole comunità. Ed è quasi assente, purtroppo, nelle cosiddette aree bianche, quelle a fallimento di mercato. Dove ci sono pochi residenti a cui l’accesso all’internet ultra veloce è praticamente inibito perché si tratta di un investimento che non conviene a nessuno. Il guaio, però, è che ne risente l’economia: senza una connessione stabile e sicura, di ultima generazione, le imprese non potranno digitalizzarsi completamente. E ciò colpisce, innanzitutto, le aziende agricole che si vedono chiuse le possibilità dell’applicazione digitale della tecnologia. Insomma, si parla tanto di agricoltura di precisione ma se non c’è internet, perché nessuno investe là dove non ne avrebbe un adeguato ritorno economico, tutto rimarrà solo sulla carta. Con tutto ciò che ne consegue in termini di produttività e competitività. C’è da ricordare, inoltre, che l’idea di ovviare con Space X ai ritardi di Open Fiber, che hanno portato all’esclusione dal Pnrr di migliaia di numeri civici in attesa dell’aggiornamento del progetto Italia a 1 Giga, non è certo una novità ma che se ne parla da mesi.
Ma le preoccupazioni, per gli avversari che vorrebbero lasciare Elon Musk fuori dai confini dell’Italia, mica finiscono qui. Dalla Toscana, secondo quanto riporta il quotidiano Il Tirreno, arriva l’ultima “minaccia”: il tycoon starebbe cercando casa e che vorrebbe acquistare un castello nella placida campagna amatissima dagli americani. E magari riempire guglie e merli di satelliti e pannelli solari per mettere su una fortezza del Male.