Economia

Musk infuriato dopo l’arresto di Durov: “Io il prossimo”

di Giovanni Vasso -


“Il prossimo sono io”: Elon Musk è furioso dopo l’arresto di Pavel Durov, fondatore di Telegram. Il tycoon americano prende la palla al balzo per lanciarsi in una nuova, furiosa, invettiva contro l’Unione europea. Con la quale ha avuto scontri, uno su tutti quello con il commissario al mercato interno Thierry Breton. Ma dalla quale ha avuto anche clamorosi “regali”, come l’applicazione del dazio al solo 9 per cento per l’importazione in Europa delle Tesla prodotte in Cina. La vicenda Durov è semplice nella sua complessità. Telegram è una piattaforma ormai famigerata perché, oltre ad aver rappresentato la risposta russa a Whatsapp, è stata per lungo tempo (e lo è ancora) una sorta di terra franca in cui accade praticamente di tutto: truffe, traffico di droga, frodi. Ma Durov non avrebbe voluto applicare alcun correttivo alla sua “creatura” nonostante la pressione delle autorità. Musk, che da “editore” di X rischia di trovarsi nella stessa situazione, è furioso. “E’ il 2023 e in Europa si viene giustiziati per il like a un meme”, scrive Elon senza sapere, evidentemente, che in passato è accaduto anche di peggio. L’attacco è diretto alla Francia dove è avvenuto l’arresto di Durov e che, della rivoluzione francese, per Musk, ha conservato solo la ghigliottina: “Liberté. Liberté! Liberté?”. È sicuro che il prossimo sarà lui: “100%”, dice a chi lo avvisa in tal senso. Infine la coltellata all’eterno rivale Mark Zuckerberg accusato di aver ceduto alla censura: “Ha già ceduto alle pressioni della censura. Instagram ha un problema enorme di sfruttamento dei minori, ma nessun arresto per Zuck, che censura libertà di parola e dà ai governi accesso ai dati degli utenti”.


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