Musk sfida Ursula: “La commissione è antidemocratica”
Elon Musk azzanna l’Ue e afferma che la nuova commissione è “antidemocratica”. O meglio, deplora il fatto che il Parlamento Ue, con il voto favorevole all’esecutivo Ursula bis abbia sostanzialmente rinunciato a ogni suo ruolo conferendo poteri e autorità all’organismo di governo dell’Unione. Musk, in definitiva, attacca l’architettura costituzionale europea e riporta a galla un tema che, non senza difficoltà, i politici dell’Unione tendono a far rimanere sotto il tappetto: quello della governance comunitaria.
In un post apparso su X, Musk commenta con veemenza il voto a Strasburgo: “Questo è antidemocratico. Il Parlamento dell’Ue dovrebbe votare direttamente sulle questioni, non rinunciare all’autorità in favore della Commissione”. Le parole del tycoon hanno sollevato l’atteso vespaio di polemiche dentro e fuori l’Europa. Ma il tema che ha sollevato è uno di quelli di cui, in Europa, si parla da tempo. Procrastinando, al solito, ogni discussione in materia. È una sorta di magna quaestio che l’Ue, ora più che mai, non può più eludere. Il Parlamento e i suoi poteri non rappresentano che una parte delle (necessarie) riforme della governance europea che serviranno a evitare i (soliti) rimpalli di responsabilità, giochi di veti incrociati che caratterizzano (e immobilizzano) la politica europea attorno agli egoismi dei singoli Stati membri.
Le parole di Musk, sulla commissione e sul parlamento, rappresentano inoltre un nuovo arroventamento del clima del confronto tra quella che sarà la nuova amministrazione Usa e Bruxelles. L’Ue, anzi la Bce, teme i dazi e chiede alle istituzioni di arrivare a più miti consigli.
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