Esteri

Musk accusato di aver fatto il “saluto romano”. Esplodono le polemiche sui social

di Ernesto Ferrante -


Elon Musk è accusato di aver fatto il “saluto romano” al rally per la vittoria di Donald Trump. Nel suo intervento alla Capital One Arena di Washington, il proprietario di X e Tesla, nominato alla guida del Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge), ha ringraziato i sostenitori del nuovo presidente degli Usa (“Voglio solo dire grazie per averlo reso possibile”), poi si è battuto il petto e alzato il braccio teso, rivolto ai 20mila che ieri affollavano la Capital One Arena di Washington.

Il senso del gesto, che il miliardario tech ha anche ripetuto durante l’intervento, è stato però chiarito dal su braccio destro italiano, Andrea Stroppa, che, su X, ha scritto: “Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente Elon, che è autistico, che esprime i suoi sentimenti dicendo ‘Voglio darti il mio cuore’, ed è esattamente ciò che ha comunicato al microfono. A ELON NON PIACCIONO GLI ESTREMISTI!”.

Dal suo profilo social Stroppa è partito al contrattacco mentre sulle varie piattaforme divampavano le polemiche, ripostando una serie di meme con immagini di politici democratici a braccio teso, ironizzando su Obama e Kamala Harris che “fanno il saluto nazista”.

“Musk sembra eseguire il saluto fascista all’evento di inaugurazione”, ha scritto il Times of Israel, mentre Haaretz ha rispolverato l’attacco di Elon Musk a George Soros, guru e finanziatore della sinistra globalista mondiale, e “il suo sostegno ai partiti di estrema destra europei”, come il tedesco Afd, per avvalorare la tesi della connotazione politica del suo gesto.

Quella di Donald Trump “non è stata una vittoria ordinaria”. Musk, tra i consiglieri più vicini a Donald Trump, ha celebrato la sua rielezione e l’insediamento del tycoon, definendoli “un bivio sulla strada della civiltà umana”. Il ceo di X ha detto testualmente: “Sapete, ci sono elezioni che vanno e vengono. Alcune elezioni sono importanti, altre no. Ma questa, questa era davvero importante. E voglio solo dirvi grazie per averla resa possibile. Grazie”.

Poi ha aggiunto: “Il mio cuore va a voi. È grazie a voi che il futuro della civiltà è assicurato. Grazie a voi. Avremo città sicure, finalmente, città sicure, confini sicuri, spese sensate, cose basilari”.

Grande amarezza ha provocato tra i democratici e i loro intellettuali di riferimento la presenza al giuramento di “The Don” dei big della Silicon valley: Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon), Chew Shou Zi (TikTok), Tim Cook (Apple), Sam Altman (Open Ai), Sundar Pichai (Google) e ovviamente Elon Musk. Un tempo, quando si scagliavano contro il leader del GOP, erano considerati filantropi e illuminati, oggi dei pericolosi dissociati estremisti che userebbero le leve della loro immensa forza economica per manipolare l’opinione pubblica, mettendo in pericolo la democrazia.


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