Muro Macron: l’ennesimo no della Francia all’accoglienza dei migranti provenienti da Lampedusa
L’ennesimo no della Francia all’accoglienza dei migranti provenienti da Lampedusa
La stretta del governo. E Tajani a New York prova a coinvolgere l’Onu: “L’Ue non basta”.
Il premier Meloni domenica, nel corso della visita a Lampedusa con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, l’aveva annunciata come “una rivoluzione copernicana nell’Unione europea sul tema dei migranti”. Ieri la stessa Meloni ha precisato che “Decidiamo noi chi entra, non i trafficanti di esseri umani”. E dopo il Cdm di ieri, una delle prime iniziative del Governo sarà quella di istituire un Cpr in ogni Regione. Per chi arriva illegalmente, lo attendono fino a 18 mesi (limite massimo consentito dalle attuali normative europee) nei centri di accoglienza. Quindi – ha precisato il premier – tutto il tempo necessario, non solo per fare gli accertamenti dovuti, ma anche per procedere con il rimpatrio di chi non ha il diritto alla protezione internazionale.
Secondo il premier, i nuovi Cpr non creeranno disagio e insicurezza alle città. “Anni di politiche immigrazioniste – ha aggiunto – hanno fatto sì che oggi, in Italia, siano pochissimi i posti disponibili nei Cpr. Quelli nuovi che saranno realizzati dovranno essere realizzati in località a bassissima densità abitativa e facilmente permeabili e sorvegliabili. Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane”. Meloni ha pure annunciato che un prossimo Cdm si occuperà anche dei minori non accompagnati. “Il nostro obiettivo – ha precisato – è tutelare i veri minori per evitare che, come accade oggi, che con una semplice autocertificazione chiunque possa essere inserito nel circuito rivolto ai minori. Non solo eludendo le norme sull’immigrazione, ma anche a discapito di chi minore lo è veramente. Inseriremo norme per prevedere canali differenziati per donne, bambini e under 14, ai quali sarà garantita ogni tutela”. Il premier ha tenuto a precisare – anche per evitare che la Lega si assuma l’intera paternità dei provvedimenti – che “tutto il centro destra ha la stessa visione e che tutti lavorano nella stessa direzione, a dispetto di quello che si legge e che si tenta di raccontare questi giorni”. Ma da Parigi era già arrivata una nuova doccia fredda.
La Francia, tramite il ministro degli interni Gerard Darmanin, ieri a Roma, ha gelato così il Governo: “La Francia non accoglierà migranti arrivati da Lampedusa”, precisando poi che “la Francia non si prepara ad accogliere una parte dei migranti”. Parole che, pronunciate a ridosso del Cdm, hanno avuto un effetto esplosivo. La Lega ha infatti replicato mandando a dire “basta chiacchiere, gli italiani si aspettano e si meritano dalla Francia e dall’Europa atti concreti”. Tuttavia, l’Italia incassa la solidarietà della presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola. “L’Italia è accanto all’Europa e l’Europa è accanto all’Italia: gli arrivi a Lampedusa non sono una sfida soltanto dell’Italia, ma dell’Europa. Se non troviamo soluzioni concrete la nostra politica migratoria ha fallito”, ha detto arrivando al consolato italiano di New York e accolta dal nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Per Metsola, dunque, Lampedusa non può essere lasciata sola. “Chiediamo soluzioni da decenni – ha aggiunto -. Il Papa ha detto che il Mediterraneo è il più grande cimitero al mondo e noi legislatori che risposte abbiamo dato?”. La presidente del Parlamento ha quindi esortato tutti a passare dalle parole ai fatti: “Servono delle azioni quando parliamo della politica dei rimpatri, dell’asilo, della solidarietà. Altrimenti perdiamo i cittadini”.
Infine, ha concluso annunciando che la speranza è di poter contare da qui alle elezioni europee del prossimo anno su “un pacchetto di leggi che finalmente indirizza i problemi, le sfide con soluzioni, altrimenti i cittadini non ci capiranno più”. L’Italia deve uscire dall’isolamento di cui in buna parte sono responsabili le politiche, anzi, le non politiche dell’Ue. Proprio per questo motivo il ministro degli Esteri, Tajani, punta ad allargare il dibattito sul tema immigrazione anche a livello internazionale, invitando tutti a evitare dispute ideologiche o primogeniture sulle soluzioni da adottare. E dato che definisce la situazione “esplosiva”. “Parlerò del problema dell’immigrazione alle Nazioni unite”. Una premessa per sottolineare che “hanno capito che non è un problema di Lampedusa. Che è l’Africa a essere in una situazione esplosiva. Rischiamo un esodo biblico. Non è questione di ordine pubblico, ed è inutile fare interventi tampone. Lo devono comprendere tutti, anche in Italia. L’Africa è segnata dai colpi di Stato, dalle guerre, dalle calamità naturali. Dalla Guinea al Corno d’Africa è ormai una situazione ingovernabile. E ancora, l’Afghanistan e la Siria. In Algeria stanno rinforzando la frontiera del Niger per timore del terrorismo”. Tanta, tantissima carne al fuoco per fargli concludere questo breve intervento con un “Sono molto preoccupato”. L’unica soluzione, per il ministro, è quella diplomatica: “Dobbiamo fare accordi con i Paesi africani e investimenti”.
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