Ambiente

Multa milionaria Ue per le acque reflue, dal 2014 in carica 6 governi

di Angelo Vitale -


La Corte di giustizia dell’Unione europea ha condannato l’Italia al pagamento di una somma forfettaria di 10 milioni di euro, oltre a una sanzione di 13 milioni e 687mila e 500 euro che scatterà per ogni sei mesi di ulteriore ritardo nel conformarsi ad una sentenza che fu emessa 11 anni fa sul trattamento delle acque reflue urbane prima che vengano scaricate nell’ambiente.

La nuova condanna riguarda la mancata piena attuazione della direttiva in quattro agglomerati urbani, tre in Sicilia e uno in Val d’Aosta: Castellammare del Golfo I, Cinisi, Terrasini e Courmayeur. Per un quinto agglomerato, Trappeto, i lavori risultano invece completati.

Nel 2014, la Corte aveva accertato l’inadempienza dell’Italia per 41 agglomerati ora ridotti a quattro. Un 2miglioramento” generale che per il tribunale di Lussemburgo conta poco, la Corte ha ritenuto che “il danno ambientale, seppur meno rilevante, persista”, considerando che gli scarichi avvengono in aree sensibili.

La durata dell’infrazione, protrattasi per circa undici anni dalla prima sentenza, è stata definita “eccessiva” dai giudici, che finora avevano comunque tenuto conto dei tempi tecnici necessari per la realizzazione delle infrastrutture. Le sanzioni, precisa la Corte, riflettono “la gravità dell’infrazione, la sua durata e la capacità di pagamento dello Stato membro”.

Le nuove sanzioni vanno ad aggiungersi a quelle già comminate nel 2018 per mancati interventi di collettamento e trattamento delle acque reflue in 74 agglomerati urbani di 6 regioni: Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Puglia e Sicilia.

Nel tempo, considerando la multa forfettaria da 25 milioni di euro e le sanzioni semestrali calcolate sugli abitanti degli agglomerati ritenuti in infrazione, secondo la Corte dei Conti l’Italia ha già versato nelle casse di Bruxelles 142,8 milioni di euro. Procedure di infrazione che non si arrestano, ne sono aperte altre due, a finire nella lente Ue oltre 900 agglomerati urbani fuorilegge in maggior parte ubicati in Sicilia, Campania e Calabria.

Dal 2014 ad oggi, sei governi sono stati in carica e la minaccia delle infrazioni non è stata annullata. Prima di quello attuale si sono avvicendati nel tempo quelli guidati da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte con due esecutivi e Mario Draghi.


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