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Moussa Sangare conferma il delitto Verzeni. Il suo legale: “Perizia psichiatrica? Ci penserò”

di Angelo Vitale -


Due ore circa di interrogatorio, Moussa Sangare conferma la confessione del delitto di Terno d’Isola. È iniziato alle 9 circa, nel carcere di Bergamo, l’interrogatorio del giovane che si è detto ai Cc l’autore dell’omicidio di Sharon Verzeni con quattro coltellate nel paese della Bergamasca la notte tra il 29 e il 30 luglio. Il 30enne è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. All’interrogatorio nel carcere di via Gleno sono stati presenti la gip Raffaella Mascarino, il legale del 30enne Giacomo Maj e il pm che ha coordinato le indagini, Emanuele Marchisio. La Procura della Repubblica di Bergamo chiede di convalidare il fermo, scattato nella notte tra giovedì e venerdì scorso dopo la confessione di Sangare, e di applicare la custodia cautelare in carcere.

L’avvocato Maj, con i giornalisti, prova a negare la premeditazione – da giorni si scrive e si sa di Moussa uscito da casa con 4 coltelli poi ritrovati nel fiume -: “Non era uscito con l’obiettivo di uccidere qualcuno”. “Era uscito – aggiunge – con questo, come lo chiama lui, “feeling”, queste sensazioni che neanche lui sa spiegarsi, che lo costringevano a pensare a qualcosa di male, a far del male, ma imprecisamente, non che cosa fare e a chi”.

“Non c’è un motivo”, racconta ancora il legale riferendo le parole di Moussa Sangare. Non ha detto “niente di nuovo, un motivo non c’è. Non si sa il perché” l’abbia accoltellata a morte, “il movente non c’è”.

Sulla eventuale richiesta di una perizia psichiatrica e alle domande dei cronisti su una eventuale “pazzia”, per ora Maj non si sbilancia: “È un aspetto che va approfondito, vedremo. È da considerare”. “Io non sono un medico – aggiunge -, posso solo dire da uomo senza competenze tecniche che secondo me ha dei problemi, a mio modo di vedere”.

Un tema che continua ad essere dibattuto anche dalla politica. Ci torna il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi, che ha proposto la modifica degli articoli 88 e 89 del Codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale. “Non è bastato che Vittorino Andreoli dicesse che non è follia, né sono bastati gli interventi della presidente della società italiana di psichiatria, Emi Bondi – ha affermato ieri -. C’è un atteggiamento culturale che riguarda anche i giornalisti a cui va il mio massimo rispetto. Derubricare ogni omicidio ‘strano’ ad atti di follia è un errore. Il 93% degli omicidi viene commesso da persone sane di mente e perfettamente in grado di volere e di intendere. Se non cambiamo atteggiamento non facciamo che fare un torto alla verità”. “Grandi autori come Andreoli, Semerari -ha aggiunto – psicopatologi di altissimo livello hanno spiegato bene la realtà. Non so cosa sia successo nella strage di Milano ma anche lì invito i media a una riflessione e a non lanciare incapacità inesistenti”.

Intanto, è previsto per le 13 di oggi un nuovo sopralluogo dei carabinieri a Suisio, il paese in cui viveva Moussa Sangare. L’avvocato Maj lo conferma all’esterno del carcere. Sul posto interverranno i Ris e i carabinieri degli altri reparti che lavorano fianco a fianco sull’omicidio di Sharon Verzeni.



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