Cronaca

Moussa Sangare rap e coltelli. La confessione tra le lacrime: “Ho ucciso Sharon”

di Cristiana Flaminio -


Moussa Sangare in casa aveva una sagoma per il tiro al bersaglio col coltello. Emergono nuovi e inquietanti particolari sul presunto autore dell’omicidio di Sharon Verzeni, la donna uccisa in strada a Terno d’Isola nel Bergamasco. È stata ammazzata senza un perché. E lo ha confermato la procuratrice di Bergamo, Maria Cristina Rota, che ha riferito della confessione dell’uomo in bicicletta. Entrato in caserma come possibile super-testimone ne è uscito reo confesso. In lacrime. “Si è messo a piangere, chiedeva di sospendere perché era provato”, ha riferito in conferenza stampa Rota. Che ha affermato: “Non c’è nessun movente religioso o di odio razziale o terrorismo”. Non c’è alcun movente. E tutto ciò rende ancora più tragico e inquietante il delitto. “Non si è mai notato un atteggiamento che facesse supporre che il suo comportamento fosse alterato da alcolici o altre sostanze”, ha poi dichiarato il magistrato che ha ribadito come, sotto i colpi di Moussa Sangare poteva finirci chiunque. Il 31enne ha parlato di “impulso ad accoltellare” che lo aveva portato a uscire di casa armato di ben quattro lame. Una circostanza che aggrava ulteriormente la posizione dell’uomo a cui viene contestata anche la premeditazione. Dopo il barbaro femminicidio, Sangare si era liberato di vestiti e armi gettandole nel fiume Adda. Un altro tassello che compone il mosaico dell’accusa che inchioda l’ex rapper alle sue pesantissime responsabilità.

Ma gli inquirenti hanno fatto un’ulteriore macabra scoperta. Nell’abitazione occupata dall’uomo di origini africane, è stata ritrovata una sagoma di cartone con su disegnata una faccia. Era utilizzata per una sorta di tiro al bersaglio coi coltelli. In quell’appartamento c’era inoltre un ceppo con sei coltelli, due dei quali erano stati lasciati a casa da Moussa Sangare. L’arma del delitto non sarebbe tra le lame gettate nell’Adda in un sacchetto in cui aveva buttato anche i vestiti indossati la sera del delitto. Il coltello usato per uccidere Sharon Verzeni era stato sotterrato nell’argine dell’Adda. Anche questo è stato ritrovato su indicazione dello stesso indagato.


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