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Mosca ritira gli accrediti a 6 diplomatici inglesi: “Sono spie”

di Angelo Vitale -


“Sono spie”: la Russia continua la sua stretta nei confronti di qualunque cittadino occidentale ritenga un’insidia. Dopo la notizia dei giornalisti stranieri inseriti nella lista dei ricercati (tra loro anche l’inviata Rai Stefania Battistini) il servizio di sicurezza Fsb ha reso noto che che è stato ritirato l’accreditamento a sei diplomatici britannici per sospetto spionaggio e per “minaccia alla sicurezza della Russia”.

Un giallo: “Come misura di ritorsione per i molteplici atti ostili di Londra, il ministero degli Esteri russo ha ritirato l’accreditamento a sei dipendenti del dipartimento politico dell’ambasciata britannica a Mosca”. E una nota accusa i diplomatici di aver svolto “attività sovversive e raccolta di informazioni di intelligence”.

Da Maria Zakharova è poi venuta l’illustrazione del completo atto di accusa. I sei diplomatici dell’ambasciata britannica a Mosca, a cui è stato ritirato l’accreditamento, erano coinvolti in attività volte a “danneggiare il popolo russo” e che andavano “ben oltre” l’ambito della Convenzione di Vienna, ha fatto sapere la portavoce del ministero degli Esteri russo.

“Condividiamo pienamente le valutazioni espresse dall’Fsb sull’attività dei diplomatici britannici”, ha sottolineato Zakharova, aggiungendo che “l’ambasciata britannica è andata ben oltre i limiti delineati dalla Convenzione di Vienna. Non si tratta dell’aspetto formale della questione o del mancato rispetto delle attività dichiarate, ma di azioni volte a danneggiare il popolo russo”. Nessun dettaglio sulle gravi accuse, che hanno suscitato l’immediata reazione di Londra.

Le accuse sono “completamente infondate”, ha affermato il Foreign Office. Un suo portavoce ha chiarito a Sky News che già “Il mese scorso le autorità russe hanno revocato l’accreditamento diplomatico di sei diplomatici britannici in Russia, in seguito alle misure adottate dal governo britannico in risposta alle attività dirette dallo Stato russo in Europa e nel Regno Unito”. “Non ci scusiamo di tutelare i nostri interessi nazionali” la reazione netta a quanto deciso da Mosca.

Dal Cremlino, di seguito, nuove dichiarazioni per smorzare i possibili effetti di questa decisione: “Non è in discussione una rottura delle relazioni diplomatiche con il Regno unito. Nessuno ne sta parlando”, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Mentre una fonte anonima dei servizi russi precisava a Rossiya 24 che per la Russia era diventato impossibile tollerare le attività di spionaggio britanniche.

Fonte anonima che, a questo punto, svelava i contorni precisi della versione russa sulla vicenda delle “spie”. Mosca avrebbe deciso di espellere i sei diplomatici britannici dalla Russia – tre uomini e tre donne – perché le loro attività di spionaggio nel Paese erano oramai fuori controllo. La rete televisiva ha pure citato i loro nomi: Jessica Davenport, Grace Elvin, Callum Andrew Duff, Katharine Mcdonnell, Thomas John Hickson e Blake Patel. E ha diffuso il racconto anonimo dell’esito dei pedinamenti delle sei “spie”: “Per dirla tutta, non ne possiamo più di questo circo: correre sotto la pioggia lungo il terzo anello di Mosca, sfrecciare nei parchi, andare e tornare in giornata dalla capitale a città nei dintorni solo per passare qualche ora a congelare su una panchina, cambiare costantemente mezzi pubblici e taxi per nascondersi dai servizi di sicurezza con lo scopo di andare alle riunioni con organizzazioni non governative straniere impegnate a fare attività di lobbying per gli interessi dei migranti”.

E ancora: “Londra invia spie travestite da mogli di diplomatici, usa perfino bambini per coprire queste attività. In altre parole, hanno gettato dalla finestra l’etichetta diplomatica. Si tratta di spionaggio britannico classico. E’ divertente da guardare, ma non poteva andare avanti oltre. I britannici non hanno colto i segnali che abbiamo loro inviato per far loro capire che tali pratiche dovevano cessare. Per questo abbiamo deciso di iniziare con il mandare via questi sei”, ha sottolineato questa fonte anonima accusando finanche la direzione per l’Europa orientale e l’Asia centrale del Foreign Office di essere diventata in una struttura per destabilizzare la situazione internazionale. Vi lavorano – ha detto – “molti volti noti, fra cui ex funzionari dell’Mi6 con base a Mosca e ora ospitati in ambasciata”.

Accuse realmente assai gravi, sulle quali ora si attende una reazione britannica più completa.


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