Esteri

Spagna: i dispersi sono duemila, ricerche difficili, viva una donna in un’auto dopo tre giorni

di Redazione -


La Spagna continua a fare i conti con la catastrofe che l’ha colpita, nell’alluvione circa duemila dispersi, alcune zone dopo giorni continuano a non essere state raggiunte, indicativo il ritrovamento di una donna viva che era rimasta intrappolata ina automobile travolta dall’acqua. La ministra della Difesa spagnola, Margarita Robles, ha assicurato che “i militari sono in tutte le località dove si sono verificati danni” causati dalla Dana che ha devastato l’est del Paese e con particolare virulenza la Comunità Valenciana. Tuttavia, in un’intervista a ‘Ondacero’ riportata da Europa Press, il ministro ha chiarito che “alcune aree specifiche non possono essere raggiunte perché è molto difficile, ma ci stiamo lavorando”. “Servono macchinari speciali”, ha sottolineato la ministra nel corso dell’intervista. “Ci vorrà tempo” ma “i militari stanno arrivando anche lì”.

Interpellata invece sul numero dei dispersi – alcuni media parlano di 1.900 dispersi sulla base di un verbale della riunione d’emergenza del Centro di Coordinamento Operativo Integrato-, Robles ha sottolineato che al ministero non è stato comunicato nulla a riguardo e che al momento “non sappiamo” il numero delle persone scomparse.

Robles ha spiegato che sono schierati 2.000 soldati provenienti da tutti i rami delle Forze Armate e ha constatato che pochi minuti fa due elicotteri da trasporto sono partiti da Colmenar (Madrid) con materiale e cibo. “L’impegno dell’esercito è totale e assoluto; noi saremo lì tutto il tempo necessario”, ha affermato, aggiungendo poi che il numero dei militari schierati aumenterà nei prossimi giorni. Riguardo allo sviluppo degli eventi e alle decisioni della Comunità Valenciana all’inizio di questa crisi, il ministro ha dichiarato che è stata la Direzione dell’Emergenza, sotto il comando regionale, a decidere. “Tutti sono rimasti sopraffatti dalla grandezza” dell’evento, ha detto, sottolineando che il presidente Mazón ha poi chiesto più soldati sul posto.

Intrappolata in un’auto, è stata tratta in salvo dopo essere rimasta bloccata in macchina per tre giorni in un sottopassaggio. E’ accaduto a Benetússer, nella provincia di Valencia, secondo informazioni confermate dalla Protezione Civile di una Spagna flagellata dalla Dana che ha fatto oltre 200 morti. Come riferisce La Vanguardia cita il sindaco di Moncada, Amparo Orts, che riferisce il fatto reso noto senza altri dettagli dal capo della Protezione Civile nella Comunidad Valenciana a circa 400 volontari.

Sempre più imbarazzante, anche se il governo Sanchez prova a frenare le polemiche, la posizione dl governatore della Comunità valenciana Carlos Mazon, da giorni bersaglio di attacchi violentissimi sui social ove ha perfino cancellato un iniziale diario della situazione in collegamento alle allerte che non evidenziava la gravità dei fatti: secondo le accuse, una scelta politica in considerazione dell’appoggio che gli arriva da Vox, un movimento che nega gli effetti dei cambiamenti climatici circa quanto accade.

L’aggiornamento di venerdì

C’è confusione a Valencia la situazione è gravissima mentre la contabilità dei morti e degli sfollati aggrava, ancora di più, le dimensioni della tragedia. Il governatore della Regione Valenciana, Carlos Mazòn, ha chiesto ai soccorritori e ai volontari di “restarsene a casa”. Almeno per un po’. Almeno finché la situazione non si sarà calmata. Perché, ha spiegato Mazòn, la presenza di gruppi di persone ostacolerebbe l’arrivo dei mezzi di soccorso. “Restate a casa”, ha detto chiedendo aiuti in termini di beni di prima necessità, acqua e cibo su tutti. A tre giorni dall’alluvione, la situazione restituisce l’immagine di una catastrofe epocale. I morti sono più di duecento, per la precisione sarebbero 205. Tra di loro José Castillejo, calciatore 28enne, spazzato via dalla furia del fango mentre era in auto. Ma il bilancio degli sfollati è tragico: sono 120mila le persone senza più una casa. Intanto, come ha riferito il presidente spagnolo Pedro Sanchez, “la Dana continua”. Ed è allarme rosso in Andalusia, a Huelva. Il servizio emergenze ha diramato l’allerta: “Estrema cautela con Dana a Huelva. Avviso rosso per osservazione di pioggia sulla costa di Huelva, Andèvalo e Condado. Proteggiti. Evita di viaggiare”.

*AGGIORNAMENTO*

Il bilancio delle vittime nell’alluvione in Spagna sale ancora. L’ultimo aggiornamento ufficiale parla di almeno 158 morti confermati, ma intanto si continuano a cercare dispersi, che secondo il governo sono ancora “decine e decine”.

Continua a cadere la pioggia sulla Valencia martoriata da Dana: i morti sono saliti a oltre 150 e mentre il ciclone sembra, finalmente, iniziare a perdere forze inizia la conta dei danni e la ricerca delle responsabilità. Il conto, salatissimo, del maltempo pretende un tributo di sangue dalla Spagna elevato. Le persone rimaste uccise sono tante ma ancor di più sono i dispersi. Le ricerche, nonostante le precipitazioni, sono riprese già stamattina. La grande paura è che la lista dei morti di Valencia potrebbe addirittura allungarsi. Non è stato ancora quantificato, in via ufficiale, il numero delle persone che non si trovano più. E già questo basterebbe per comprendere l’entità, la dimensione, di una tragedia epocale che commuove la Spagna. Il Paese è distrutto e oggi ci saranno, alla Comunità Valenciana, il premier Pedro Sanchez e il capo dell’opposizione Alberto Nunez Feijoo per portare il cordoglio della Spagna alle famiglie distrutte dall’alluvione. Non sarà facile raggiungere Valencia. La città è isolata, tagliata fuori dalle grandi linee di comunicazioni del Paese, dai collegamenti ferroviari con Madrid e con Barcellona. Inoltre in tutta l’area manca ancora l’elettricità. La beffa che moltiplica, in maniera esponenziale, i danni dell’alluvione.

In campo, per cercare di ritrovare vivo qualche disperso, ci sono i cani molecolari e le unità speciali di soccorso dell’esercito. “Ma non siamo ottimisti”, ha detto il ministro alla Difesa Margarita Roblas a Radio Cadena Sur. Le forze armate iberiche sono impegnate con numeri da operazione speciale sul posto: in azione ci sono più di 1.200 militari supportati da oltre trecento mezzi pesanti di ogni tipo. Per le strade c’è chi cerca amici, parenti, congiunti. Persone che hanno perduto tutto. Gente che grida il suo dolore al cospetto del cielo cupo che continua a mandare pioggia, pioggia, pioggia. I video di persone che urlano il nome dei loro cari dispersi sono virali sul web. Intanto, in Spagna, è iniziata la caccia ai responsabili, a chi non ha dato l’allarme in tempo, a chi ha sottovalutato la situazione. Il dibattito è aperto e i toni, comprensibilmente, iniziano già a surriscaldarsi.


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