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PRIMA PAGINA – Morte Raisi, è giallo sulle cause dell’incidente che ha decapitato l’Iran

di Ernesto Ferrante -


Ci sono volute alcune ore prima che la tv di stato iraniana, all’alba di ieri, annunciasse la morte del presidente Ebrahim Raisi, definendolo “martire del servizio”. I funerali si terranno oggi a Tabriz. La Guida suprema Ali Khamenei ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale. Una versione ufficiale dell’accaduto ancora non c’è. Sullo schianto dell’elicottero aleggiano dubbi, ombre, sospetti e misteri. Le condizioni meteorologiche erano indubbiamente avverse. È un dato di fatto. Ma la particolare situazione geopolitica, il complesso quadro regionale e le fibrillazioni interne alla Repubblica islamica, alimentano inevitabilmente degli interrogativi. Gli investigatori iraniani hanno dato il via alle indagini per ricostruire l’accaduto.
Nove le persone a bordo del velivolo: oltre al presidente 63enne, c’erano il ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian, il governatore della provincia dell’Azerbaigian orientale, Malek Rahmati, e l’Imam della città di Tabriz, Mohammad Ali Ale Hashem. I loro corpi carbonizzati sono stati recuperati e identificati. Tra le vittime anche le guardie del corpo presidenziali, il generale Mehdi Mousavi, un membro delle guardie rivoluzionarie Ansar al-Mahdi, il pilota, il copilota e il tecnico di volo.
Raisi era in volo nei pressi di Jolfa, al confine con l’Azerbaigian, a circa 600 chilometri a nord-ovest da Teheran, dove aveva inaugurato una diga insieme al suo omologo azero Ilham Aliyev. Tre gli elicotteri del convoglio, che viaggiavano sulla stessa rotta, due dei quali sono arrivati a destinazione senza problemi. Cosa che invece non è riuscita al più monitorato, anche per l’importanza degli ospiti. Immediata la mobilitazione di una mastodontica macchina dei soccorsi, con almeno 40 squadre all’opera. È stato un drone turco ad individuare per primo una fonte di calore corrispondente al mezzo. Secondo il giornalista Abbas Juma, la tesi del guasto dell’elicottero è da escludere. “La prima informazione sulla morte di Raisi è stata, ovviamente, data dai media americani, che hanno detto che il motivo era la vecchiaia dell’elicottero. Del resto l’Iran è sotto sanzioni e l’attrezzatura è usurata e di difficile manutenzione. Vorrei evitare teorie complottiste e non anticipare le indagini, che stanno vagliando tutte le versioni, dall’attacco terroristico, al sabotaggio, al maltempo e al malfunzionamento. La versione con il malfunzionamento per me non regge”. “La manutenzione degli elicotteri, soprattutto quelli usati dalle più alte cariche – ha aggiunto Juma – è una cosa estremamente seria su cui gli iraniani sono scrupolosi e ricontrollano tutto. Le persone con cui ho parlato sono per lo più propense alla versione dell’omicidio. Incolpano gli agenti israeliani che si sentono a casa in Azerbaigian”.
Da monitorare gli sviluppi della situazione anche dal punto di vista politico. “Non ci sarà alcun vuoto di potere”, ha assicurato Ali Khamenei. Il vicepresidente Mohammad Mokhber ha già ricevuto l’incarico ad interim. Secondo la costituzione iraniana l’articolo 131 prevede nel caso di morte, licenziamento, dimissioni, assenza o malattia superiore a due mesi del Presidente della Repubblica, che il primo vicepresidente gli subentri e assuma le sue funzioni fino allo svolgimento delle elezioni entro un periodo massimo di 50 giorni. Fedelissimo del leader supremo, Mokhber fa parte di un consiglio formato da tre persone, insieme al presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf e al capo della Magistratura. Il nuovo ministro degli Esteri sarà invece Ali Bagheri Kani, attuale viceministro con un passato anche da capo negoziatore per il nucleare iraniano. Adesso si apre anche la partita per il ruolo di massimo potere. Raisi era considerato il favorito. Ad insidiarlo era proprio il figlio del grande ayatollah, Mojtaba Khamenei, tra il disappunto dell’establishment per la svolta “familistica”. Resta da capire, infine, come si muoveranno i potentissimi Pasdaran (Irgc), 250mila unità alle dipendenze proprio della Guida Suprema.


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